Il 7 maggio alle 12 (ora di Mosca) è avvenuto l’insediamento del Presidente Vladimir Putin. La cerimonia si è svolta al Grande Palazzo del Cremlino, nella Sala di Sant’Andrea, in cui Putin ha fatto il suo giuramento sulla Costituzione accompagnato dalle note dell’inno nazionale russo.
Per l’occasione Putin ha disatteso parte del protocollo, uscendo a piedi dal suo studio, nel Palazzo del Senato, per salire a bordo di una limousine russa con cui ha raggiunto il Grande Palazzo. Dettaglio non di poco conto se si pensa che era dal 1995 che un Presidente russo non viaggiava su un’auto russa (anno in cui Boris El’cin lasciò la Zil-41052). É vero anche che l’importanza di un’auto nazionale prodotta interamente in Russia è sempre stato uno dei cavalli di battaglia di Vladimir Putin. L’auto, la cui produzione è stata avviata nel 2012, appartiene alla serie Kortezh, casa produttrice che starebbe provvedendo anche alla produzione di auto finalizzate a trasportare tutti i funzionari statali permettendo, in questo modo, di abbandonare definitivamente la Mercedes tedesca. Il grande debutto dell’autovettura acquista un forte significato simbolico in quanto da un lato segna l’intenzione di conquistare un’indipendenza definitiva dai prodotti e dai beni importati dall’estero e, dall’altro, conferma l’intenzione di guardare al futuro della Russia attraverso la valorizzazione della ricerca e dello sviluppo tecnologico.
Obiettivo che è stato ribadito dallo stesso Presidente durante il suo discorso inaugurale ponendo particolare attenzione al concetto di innovazione: “Abbiamo bisogno di innovazione in tutti i settori della vita, sono profondamente convinto che una tale svolta è possibile solo con una società libera, che accoglie il nuovo e rifiuta l’ingiustizia, l’inerzia e il conservatorismo”. Durante il discorso Putin ha inoltre promesso di impegnarsi per difendere ed esaltare il ruolo della Russia: “Farò di tutto per aumentare il potere, la prosperità e la gloria della Russia. La nostra bellezza e la nostra forza sono nella nostra autenticità culturale e nella nostra unità. Le prossime decisioni che dovremo prendere sono, senza esagerazione, storiche e determineranno il destino della patria per i decenni a venire”. Putin ha poi assicurato ai russi che lo scopo della sua vita e del suo lavoro rimarrà “servire il popolo e la patria. Per me, questo viene prima di tutto.”.
“Abbiamo bisogno di innovazione in tutti i settori della vita, sono profondamente convinto che una tale svolta è possibile solo con una società libera, che accoglie il nuovo e rifiuta l’ingiustizia, l’inerzia e il conservatorismo”
Vladimir Putin
È possibile vedere alcuni punti salienti della cerimonia in questo link.
Poche ore dopo l’insediamento Putin ha confermato Dmitrij Medvedev come candidato a Primo Ministro, scelta approvata nella giornata di ieri dalla Duma con il voto a favore di 374 deputati su 430 e con soli 56 voti contrari. Ricordiamo infatti che secondo l’art. 111 della Costituzione russa, il Capo di Governo viene eletto su nomina del Presidente della Federazione in accordo con la Duma di Stato che deve esaminare la proposta entro una settimana dal giorno della presentazione della candidatura.
Il rapporto tra Medvedev e Putin è sempre stato oggetto di interesse sia per i media che per l’opinione pubblica. In particolare è stata posta molta attenzione ai sospetti riguardanti l’influenza di Putin alle elezioni presidenziali del 2008 per favorire il suo già fidatissimo Primo Ministro Dmitrij Medvedev che ricoprì, in seguito alla vittoria, la carica di Presidente della Federazione Russa fino al 2012 nominando come Primo Ministro lo stesso Vladimir Putin. Questo scambio di poltrone tra i due leader, avvenuto nuovamente nel 2012, ha permesso a Putin di mantenere, nei fatti, invariato il suo ruolo di leader indiscusso della politica russa e si è guadagnato il neologismo di Tandemocracy , utilizzato dai media per descrivere la direzione congiunta del Cremlino.
Del resto, durante la cerimonia di insediamento, a dispetto di chi ha sempre guardato con diffidenza al sodalizio politico tra Putin e Medvedev, lo stesso Presidente non ha perso occasione di lodare l’operato del premier nello sviluppo del Paese: “Ci sono risultati tangibili, possiamo dire che il vettore strategico dello sviluppo è stato impostato in modo corretto”, aggiungendo che la priorità del prossimo Governo sarà quello di migliorare la qualità della vita dei russi attraverso l’aumento del reddito delle famiglie e una maggiore disponibilità dell’esecutivo nei confronti del Parlamento, apertura avviata dal precedente Governo.
La priorità del prossimo Governo sarà quello di migliorare la qualità della vita dei russi attraverso: l’aumento del reddito delle famiglie; una maggiore disponibilità dell’esecutivo nei confronti del Parlamento, apertura avviata dal precedente Governo.
Putin, che è al potere dal dicembre del 1999, è stato riconfermato lo scorso 18 marzo con il 76,7% dei voti e resterà al Cremlino fino al 2024. In questi interminabili 18 anni risulta chiaro che attraverso la guida di una politica estera determinata, seppur in alcuni casi spietata e discutibile, sia riuscito a rendere la Russia un interlocutore fondamentale per la comunità internazionale. Tuttavia sul fronte interno continuano a permanere alcune questioni che richiedono un intervento deciso che non è mai arrivato, come il rinnovo delle fondamenta su cui si muove l’economia russa e la lotta alla corruzione. L’adozione di una legge anti corruzione, che richiederebbe un’analisi più attenta, segnerebbe la rottura di quelle catene che impediscono alla società e al sistema economico russo di guardare veramente verso quella “Grande Russia” al passo con i tempi ma autentica. Vedremo se Putin vorrà cogliere l’occasione del suo ultimo mandato per porre le basi di questo cambiamento, forse più sociale che economico, che resterà come una pesante eredità sulla futura leadership politica.