Eccoci alla prima puntata della nostra nuova rubrica Smolensk. Vi starete chiedendo il perchè di questo nome. Se si eccettuano le grandi città, Smolensk è uno dei pochi centri capaci di rievocare l’intero arco della storia russa, dall’Alto Medioevo all’inquietante disastro aereo del 2010 in cui perse la vita il presidente polacco, passando per le invasioni e le distruzioni in epoca napoleonica e sovietica da parte di francesi e tedeschi. Smolensk ha pagato a caro prezzo la sua posizione intermedia con l’Europa, che poteva trasformarla in un ponte e invece più spesso è stata foriera di conflitti. In questo rappresenta pienamente la storia della Russia e della sua tensione irrisolta con il continente europeo.
Dal 1992 in Russia in questa data si festeggia l’autodeterminazione dall’Unione Sovietica conosciuta come “Festa dell’Indipendenza”, allorché nel giugno 1990 si realizzò il primo Congresso con i deputati del popolo russo e si votò la “Dichiarazione di Sovranità Statale della RSFSR (Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa)” che ha dato vita al processo che porterà al pieno raggiungimento della sovranità statale.
In seguito all’infausto (e maldestro) tentativo di colpo di stato del “Comitato statale per lo stato di emergenza” composto da fautori della linea dura contro le aperture di Gorbachev, iniziò un processo che, indebolendo il già gerontocratico e fragile sistema socialista, portò inevitabilmente al crollo del moloch sovietico e alla formazione delle attuali repubbliche indipendenti. Il protagonista del contro golpe e figura di riferimento nel marasma generale fu ovviamente l’istrionico Boris Eltsin che, ponendosi alla testa dei cittadini moscoviti, contribuì al fallimento del sollevamento rafforzando decisamente la sua figura in vista delle elezioni presidenziali e permettendogli di tenere le redini del potere fino alle plateali dimissioni che portarono al potere un misconosciuto ex membro del KGB e suo fedelissimo, Vladimir Putin.
Ma cosa significa per i russi questa data? E una giornata espressione di un forte patriottismo o al pari di altre commemorazioni è solamente un motivo per giovarsi di un giorno di vacanza e godere delle numerose opportunità ludiche patrocinate dal governo? Puntualmente l’opinione pubblica si divide fra chi (i più anziani) memore dei fasti sovietici, considera la ricorrenza l’inutile celebrazione di un evento sciagurato e chi (i più giovani) approfittano della giornata per manifestare il proprio patriottismo e celebrare l’inizio di un processo di ritrovata unità e orgoglio nazionale; anche se non mancano casi in cui l’opinione pubblica riserva delle sorprese. Sull’argomento si è espresso lo stesso Vladimir Putin, il 12 giugno 2001, in un discorso tenuto al Cremlino: “con questo documento si segna l’inizio della nostra storia moderna, la storia di uno Stato democratico basato sulle libertà civili e dello Stato di Diritto. Il suo principale obiettivo è la prosperità ed il benessere dei cittadini”.
“con questo documento si segna l’inizio della nostra storia moderna, la storia di uno Stato democratico basato sulle libertà civili e dello Stato di Diritto. Il suo principale obiettivo è la prosperità ed il benessere dei cittadini”.
Vladimir Putin
Prendendo in esame i sondaggi emergono varie opinioni in merito al significato di questo anniversario per la cittadinanza, VTsIOM (una delle principali società di ricerca sociologica e di mercato della Russia) ha comunicato che nel 2006 il 32% degli intervistati definiva il 12 giugno “Festa della Russia” e il 31% “Festa dell’indipendenza della Russia”; ma un altro 31% riteneva che la Dichiarazione di sovranità non solo non aveva dato alla Russia alcuna sovranità, ma le aveva tolto anche quella che le aveva dato a suo tempo l’Unione Sovietica indebolendo ulteriormente il tessuto sociale e economico del paese. Prendendo in esame il Levada Center: il 13% dei russi ritiene che tale “indipendenza” sia andata “sicuramente a vantaggio della Russia” e il 43% “probabilmente a vantaggio”, mentre il 14% pensa che abbia “piuttosto svantaggiato” e il 7% “sicuramente svantaggiato” la Russia. La transizione dal sistema socialista ad un economia globalizzata ha lasciato tracce dolorose nel tessuto sociale russo costringendo il paese a anni di difficile riconversione e eclissi forzata dal panorama internazionale ma la nuova postura geopolitica nonché le spregiudicate mosse trasversali dell’abile leadership politica regalano qualche flebile speranza ai cittadini nonostante gli atavici problemi strutturali del colosso russo siano parecchio lontani dall’essere risolti.