Russia 2018 è alle porte e da Kaliningrad a Vladivostok tutti gli occhi sono puntati sui padroni di casa. Tifo, passione e aspettative si mescolano nella speranza di tenere alto l’onore calcistico della Federazione.
Nell’ultimo sondaggio del Levada-Centr, il 57% dei tifosi russi preferisce ottenere il risultato al “bel gioco” (37%). Effettivamente, guardando al percorso di avvicinamento al Campionato del Mondo della Nazionale russa, di “bel gioco” se ne è visto ben poco, ma anche i risultati non sono stati così entusiasmanti.
2 vittorie, 1 pareggio, 5 sconfitte. Questo è il resoconto finale degli 8 incontri amichevoli della Nazionale di calcio russa, dall’eliminazione ai Campionati Europei di Francia 2016 agli imminenti Mondiali. Da sottolineare la portata degli unici successi, che sono arrivati contro la Nuova Zelanda (2-0) durante la consueta Confederations Cup 2017, “prove generali” per l’organizzazione del Paese ospitante la Coppa del Mondo, e contro la Dinamo Mosca (3-0) in un’amichevole pre-campionato. L’unica gara terminata in parità è stata l’ultima prima del grande evento, il 5 giugno contro la Turchia (1-1) che, come noi, guarderà i Mondiali dal divano di casa.
Le sconfitte degli Orsi (Mедведи) sono arrivate contro avversari senza dubbio superiori, come Francia (1-3) e Brasile (0-3), ma anche contro compagini più abbordabili, come Portogallo (0-1), Messico (1-2) ed Austria (0-1). Anche la differenza reti finale è negativa: -3, frutto di 8 gol segnati e 11 subiti.
Un ruolino di marcia tutt’altro che esaltante, che spinge al ribasso le scommesse sulla squadra di casa, le cui realistiche aspettative si fermano al semplice passaggio della fase a gironi.
Sulla carta, il sorteggio è stato molto benevolo con la Russia ed il calendario può agevolare il suo percorso. Arabia Saudita (14 giugno a Mosca) ed Egitto (19 giugno a San Pietroburgo) sono avversari assolutamente alla portata dei russi, che dovranno a tutti i costi fare punteggio pieno contro i verdi sauditi e bloccare l’acciaccato ma temibile attaccante dei Faraoni Mohamed Salah. 6 punti nelle prime due partite sono un pass piuttosto sicuro per gli ottavi. L’Uruguay di Cavani e Suarez lotterà per il primo posto nel girone A e sembra il favorito.
A guidare la spedizione russa ci sarà il C.T. Stanislav Čerčesov, baffuto ex-portierone degli anni ’90 e bandiera di Spartak Mosca e Tirol Innsbruck. Dopo l’ottimo double campionato-coppa in Polonia con il Legia Varsavia, nel 2016 è stato chiamato a sostituire Leonid Sluckij dopo il fiasco totale nell’Europeo francese (3 sconfitte, 0 punti). La Federazione calcistica russa gli ha affidato il difficile compito di costruire basi solide per il futuro della Selezione nazionale, dopo che negli ultimi dieci anni sono stati dilapidati i traguardi raggiunti dai ragazzi di Euro2008 (semifinale). Tra le tante difficoltà, non si può dire che finora la squadra russa abbia convinto.
Capitano e stella dell’undici russo è il portiere Igor Akinfeev. 106 presenze in Nazionale e bandiera del CSKA Mosca, in cui ha sempre militato fin dalle giovanili e con cui ha vinto 19 trofei, Akinfeev ha qualità ed esperienza da vendere, anche se spesso non garantisce continuità e sicurezza, alternando prestazioni eccellenti ad errori piuttosto clamorosi. Alle sue spalle il secondo Andrej Lunëv (Zenit San Pietroburgo) e Vladimir Gabulov (Club Brugge).
Il lavoro di Akinfeev sarà molto impegnativo, soprattutto perché la difesa rappresenta il punto debole della squadra. Dopo il ritiro del pilastro Berezutskij, toccherà al 38enne Sergej Ignaševič (recordman di presenze in Nazionale) dispensare ordini e gestire le nuove leve. Tra i nomi da sottolineare, Mario Fernandes (brasiliano del CSKA, naturalizzato russo nel 2016), Il’ja Kutepov (Spartak Mosca), Fëdor Kudrjašov (Rubin Kazan’) e Igor Smolnikov (Zenit San Pietroburgo), che si contenderanno i posti rimanenti nella difesa a 3.
È infatti il 3-5-2 il modulo prediletto da mister Čerčesov, che impegna una massiccia dose di uomini a centrocampo e richiede particolare sforzo ai laterali. Sulle fasce spiccano i nomi del veterano Jurij Žirkov (Zenit San Pietroburgo) e di Aleksandr Samedov (Spartak Mosca), ma la punta di diamante è sempre Alan Dzagoev (CSKA Mosca). Eterna promessa del calcio russo ed erede designato di uno degli ultimi fenomeni russi Andrej Aršavin, spetterà ancora a lui il compito di costruire il gioco in mezzo al campo e velocizzare la manovra degli Orsi.
Infine l’attacco, che ha come unica certezza il numero 10 Fëdor Smolov (Krasnodar). Di veri e propri attaccanti di ruolo tra i convocati figura solamente Artëm Dzjuba (Arsenal Tula), per cui il reparto offensivo si modellerà di volta in volta attorno al 10, accostandogli Dzjuba o, come già fatto spesso, qualche centrocampista offensivo, come Aleksandr Golovin (CSKA Mosca) o i gemelli Mirančuk, Aleksej e Anton (entrambi alla Lokomotiv Mosca).
Una rosa non giovanissima (età media 28 anni), che però necessita di rafforzare la sua struttura e la sua ossatura. La carenza di “bel gioco” o di risultati si può spiegare con il periodo di transizione vissuta dalla Selezione nazionale; rimasti pochissimi elementi della “vecchia guardia”, Čerčesov dovrà gestire al meglio l’inserimento di nuovi elementi al fianco di giocatori di una certa caratura ed esperienza. Se guardiamo la lista dei convocati, ben 15 atleti su 23 hanno meno di 20 presenze con la maglia della Nazionale e i più giovani hanno potuto formarsi solamente nelle poco esaltanti amichevoli preparatorie.
Consapevoli dei problemi e dei limiti del calcio espresso dalla squadra russa, non resta che augurare ad Akinfeev e compagni buona fortuna per questo evento, carico di aspettative, tensione e responsabilità.