Nel calcio e nella geopolitica, Russia e Spagna sono esattamente speculari. La Russia è una delle prime potenze mondiali, mentre nel calcio appare come un soggetto di scarso rilievo. Esattamente l’opposto della Spagna: potenza mondiale nel calcio, ma attore di secondo piano in geopolitica.
I rapporti tra Mosca e Madrid affondano le radici nella storia: l’invio dei primi messaggi ufficiali noti tra i due Stati (1519) sta per compiere 500 anni. L’interesse reciproco, tuttavia, non è mai stato cruciale fino al XX secolo, con la netta scelta di campo da parte dell’URSS, durante la Guerra civile spagnola, in favore del fronte repubblicano. Con l’ascesa di Franco seguirono anni di rottura diplomatica, culminati con il famoso discorso all’ONU di Kruscev contro il regime spagnolo (1960). Il disgelo, ad ogni modo, cominciò proprio negli anni Sessanta e proseguì fino alla riapertura ufficiale dei rapporti, avvenuta nel 1977 (dopo la morte del caudillo). Una certa tensione scaturì dalla scelta spagnola di aderire alla NATO nel 1981, un atto considerato da Mosca come una “violazione degli interessi sovietici”. Le prime visite ufficiali tra capi di stato sono avvenute solo dopo la fine dell’URSS, sotto El’cin, Medvedev e Putin. Più che per gli interessi commerciali reciproci (limitati soprattutto agli scambi energetici), la questione di maggiore attualità tra Russia e Spagna è quella relativa al passaggio dello Stretto di Gibilterra, che ha assunto sempre più rilevanza con il ritorno di Mosca nelle calde acque del Mediterraneo. L’impegno militare in Siria, da una parte, e i rapporti non sempre fluidi con la Turchia di Erdogan (controllore degli Stretti del Bosforo), dall’altra, hanno portato la Russia ad aumentare il suo traffico navale tra le sue lontane sponde marittime. Il passaggio della sua portaerei Kuznetsov, nel 2016, attraverso lo Stretto di Gibilterra, è diventato un mezzo caso diplomatico con la Spagna, che sotto pressioni della NATO ha deciso di negarle i rifornimenti.
CALCIO: I PRECEDENTI
Russia – Spagna, nella storia dei Mondiali, è una partita inedita. Le due nazionali però hanno sei precedenti, tre in amichevole e tre negli Europei. Ben due di queste sfide sono state disputate agli Europei austro-svizzeri del 2008, vedendo in entrambi i casi la vittoria delle Furie Rosse con sei gol complessivi di scarto. La Russia non ha mai vinto alcun confronto con la Spagna, finora è riuscita a raccogliere solo due pareggi.
Ai Mondiali la Spagna è già arrivata sette volte agli Ottavi, passando il turno in cinque di queste occasioni. La Russia invece ha solo un precedente, targato URSS: nel 1986 si fermò proprio agli Ottavi davanti al Belgio, che la sconfisse per 4-3. Se oggi dovesse riuscire a battere la Spagna, sarebbe il suo primo approdo ai Quarti nella storia dei Mondiali.
COSA ASPETTARSI DALLA SFIDA DI OGGI?
Un’eventualità che, bisogna dire, resta piuttosto remota, dato che tutti i pronostici danno la Spagna come ampiamente favorita. Non che le Furie Rosse abbiano entusiasmato, finora: il girone B è stato superato senza brillare, grazie a due pareggi con Portogallo e Marocco, e una vittoria striminzita (1-0) con l’Iran. La Russia, dal canto suo, ha smentito le previsioni che la davano tra le più scarse del Mondiale (ultima nel ranking FIFA tra le partecipanti al torneo) o addirittura tra i peggiori padroni di casa della storia. Gli Orsi hanno superato in scioltezza le modeste compagini di Arabia Saudita ed Egitto (con ben 8 gol segnati), infrangendosi soltanto contro l’Uruguay, che però proprio ieri ha dimostrato (battendo a sua volta meritatamente il Portogallo) di essere una delle più serie pretendenti al titolo.
Insomma, benché finora non abbia affatto sfigurato, la Russia oggi ha una difficile opportunità di stupire il mondo e andare avanti (nella parte migliore del tabellone, peraltro), grazie anche all’apporto del pubblico di casa. Di fronte avrà una Spagna forse in declino, ma con tutti i pronostici in suo favore, nonché convinta di poter andare fino in fondo.
Arriveranno sorprese?