Un’inaspettata compattezza dei media, unita a un’insperata elasticità del potere, ha fatto sì che l’incubo del giornalista Ivan Golunov finisse nel giro di pochissimi giorni. Si apre un nuovo capitolo nelle relazioni tra media e politica in Russia?
“Se non puoi neutralizzare un movimento, mettiti alla sua testa”. È con questo motto del Kgb dell’era della perestrojka che Leonid Ragozin, giornalista indipendente, descrive le dichiarazioni di solidarietà e partecipazione che la stampa vicina al Cremlino sta tributando in queste ore a Ivan Golunov.
Golunov è libero. Si è concluso per lui l’incubo che era iniziato il 6 giugno, quando la polizia aveva fatto irruzione nella sua abitazione a Mosca. Pochi attimi concitati, una perquisizione sommaria, ed il rinvenimento di una certa quantità di droghe pesanti. Così uno dei giornalisti investigativi migliori del paese veniva trascinato in cella, gravato di accuse pesanti tra i dieci e i venti anni di carcere.
Igor Golunov non ha mai fatto uso di droghe, dicono i suoi amici e colleghi. La sua droga è la curiosità, che lo ha portato in quelle settimane ad indagare su alcuni affari legati al consiglio ed al governo locali. Un nervo scoperto: a settembre ci saranno le elezioni municipali, ed i politici moscoviti sono incerti del risultato. Perdere Mosca sarebbe una catastrofe per loro e un danno importante per il governo: nei prossimi mesi non devono uscire reportage pesanti. Niente che assomigli, per esempio, a quello firmato da Golunov e pubblicato a gennaio, in cui si spiega come i parenti del vice-sindaco Biryukov abbiano guadagnato milioni di dollari attraverso la speculazione edilizia. (1, 2)
Golunov si ritrova così in carcere. Quando il suo avvocato finalmente, dopo lunghe ore di attese e rinvii, riesce ad avere un colloquio con lui, lo trova con diversi ematomi e costole fratturate. Fuori, intanto, la protesta cresce. Colleghi ed amici fin da subito non credono a una parola di quanto comunicato dalla polizia, gli ambienti giornalistici si scaldano molto in fretta, la notizia si propaga. Dal momento che la legge russa vieta assembramenti politici non autorizzati composti da almeno due persone, inizia un picchetto individuale al di fuori della sede della polizia. Prima decine, poi centinaia di persone si mettono in fila per darsi il cambio e, uno alla volta, ognuno per un poco regge un cartello in sostegno al giornalista arrestato.
Golunov non mangia per due giorni, dice di temere che la polizia gli metta della droga nel piatto. La sua vicenda ha ormai monopolizzato l’attenzione dei media russi, facendo passare in secondo piano persino il forum economico di Pietroburgo, un evento a cui partecipano migliaia di uomini d’affari e che vede la firma di contratti per decine di miliardi di dollari. Sia Putin che Xi Jinping, Presidente cinese, sono a San Pietroburgo; le prime pagine però appartengono a Ivan Golunov, un giovane uomo dall’aspetto introverso che alcuni politici e funzionari corrotti contavano di mettere a tacere.
Sia Putin che Xi Jinping, Presidente cinese, sono a San Pietroburgo, peri l Forum economico internazionale. Le prime pagine però appartengono a Ivan Golunov
Cupcake Ipsum, 2015
L’8 giugno, giorno di chiusura del Forum, il giornalista viene trasferito in ospedale e gli vengono accordati gli arresti domiciliari: una cosa inaspettata, inedita e insperata. (3) Golunov compare in aula: è nella gabbia degli accusati, in maglietta, visibilmente provato. Inizia a parlare dicendo che non si sarebbe mai aspettato di assistere al proprio funerale. La voce è rotta, sul suo viso provato compaiono delle lacrime quando i giornalisti presenti gli gridano il loro affetto attraverso le sbarre: “Vanya andrà tutto bene, Vanya siamo con te”. Il 10 giugno i tre maggiori giornali economici Vedomosti, Kommersant’ e RBK vanno in edicola con la stessa prima pagina, che recita: “Noi siamo Ivan Golunov”. È la prima volta che accade nella storia di queste testate, tradizionalmente neutrali. Perfino alcuni giornalisti delle testate vicine al Cremlino iniziano a mettere apertamente in dubbio le prove ostentate dalla polizia.
Il 12 giugno Ivan Golunov viene scagionato da ogni accusa. È la prima volta che un caso di questo tipo si risolve in modo così repentino e completo. Il ministro degli Interni Kolokoltsev annuncia che le accuse sono cadute dopo che la polizia ha accertato l’insussistenza delle prove. Aggiunge di aver formalmente richiesto al Presidente la destituzione di due alti ufficiali della polizia moscovita, sotto la cui autorità avrebbero agito i poliziotti coinvolti. Ufficiali di rango minore vengono invece messi in congedo forzato temporaneo, in attesa della conclusione dell’indagine interna. (4) Dietro questa decisione ci sarebbe, come suggerito da persone intensamente coinvolte in questi giorni convulsi, lo stesso Putin. (5)
La vicenda è stata rapida e spettacolare ed avrà probabilmente delle conseguenze. Ivan Golunov scrive per Meduza, giornale online di buona qualità giornalistica e di opposizione, che normalmente è oggetto di emarginazione da parte dello Stato e dei suoi rappresentanti. L’inversione a U compiuta da forze leali a Putin verrà letta da una parte dei commentatori come un segno di debolezza del Presidente in carica. È possibile che sia così. Per ora è successo che la comunità dei giornalisti ha risposto con una compattezza inedita, stringendosi contro un tentativo di aggressione, e il governo ha contraccambiato con una elasticità inaspettata. Potremmo avere appena assistito al primo passo di un nuovo rapporto tra il governo e la stampa.
Giulio Benedetti
- (1)https://www.opendemocracy.net/en/odr/how-relatives-of-moscows-deputy-mayor-earned-billions-on-city-contracts-amassing-a-fortune-in-real-estate/
- (2)https://meduza.io/en/feature/2019/06/09/support-ivan-golunov-by-republishing-his-work
- (3)https://www.kommersant.ru/doc/3997641
- (4)https://tass.ru/proisshestviya/6540539