Il mare come potenziale, come simbolo di potere, come strumento di controllo; lo spazio marittimo post-sovietico è particolarmente eterogeneo. Comune denominatore: l’“interesse privilegiato” del Cremlino in ciascuno di questi ambienti.
I mari dello spazio post-sovietico. Una ricchezza ambientale ed economica notevole, che si declina in modo molto eterogenea, a causa delle evidenti distanze geografiche.
Il Baltico e il Mar Nero rappresentano il contatto più diretto con l’Europa, con il secondo che sta acquisendo notevole importanza strategica (sia militare che commerciale). Il Pacifico allo stesso modo è il campo di confronto, dell’odi et amo con altre due potenze “occidentali”, USA e Giappone, vicino più prossimo e controverso. Infine l’Artico, la lotta per le cui ricchezze energetiche contiene un’atroce dicotomia: enormi potenziali di crescita, connessi ad un cambiamento climatico devastante.
Ogni contesto marittimo è quindi un mondo a parte, che va analizzato con criteri e considerazioni specifiche. In gioco ci sono interessi e possibilità di sviluppo importanti, ma molto diverse.
Ad unire queste differenze, la costante presenza della Russia, che da tutte queste acque è lambita.
Il pulsante per scaricare il Dossier è subito dopo l’anteprima delle sue prime due pagine.
Sostienici acquistando i nostri Dossier
Per leggere questo Dossier, abbonati o acquistalo.
Abbonati
- Hai accesso libero all'intero archivio: 10 nuove uscite all'anno più tutti i precedenti Dossier
- Ottieni uno sconto significativo sul prezzo di ogni Dossier