Come ogni anno, Vladimir Putin ha indirizzato il suo messaggio all’Assemblea federale, esponendo la sua valutazione sulla condizione attuale della Russia e la sua visione sulle sfide principali per il futuro.
Alla cerimonia hanno partecipato circa 1300 persone, tra cui membri del Consiglio della Federazione, deputati della Duma di Stato, membri del governo, capi delle Corti costituzionali e supreme, capi delle fedi religiose e altri personaggi pubblici.
Vediamo quali i principali punti toccati:
- Demografia e società – Il discorso di Putin si apre concentrandosi sulla crisi demografica che colpisce la Russia, così come il mondo occidentale in generale, e sulle misure di assistenza sociale volte al cambiamento di questa tendenza negativa. Seguono una serie di riferimenti ai redditi e alle politiche di supporto alle famiglie e alla maternità, così come alla necessità di attingere tanto al budget federale, quanto a quello delle singole amministrazioni.
Non mancano le valutazioni sul sistema scolastico e alla sua qualità, sottolineando l’importanza di una formazione e di una scuola “moderna”, che consegni alla Russia una generazione al passo con i tempi. Infine, il riconoscimento di importanti traguardi raggiunti nell’ultimo ventennio, come l’aspettativa di vita, che per la prima volta nella storia russa ha superato i 73 anni, otto in più rispetto al 2000.
- Economia – Segue un’ampia discussione sugli aspetti economici che riguardano la Federazione, entrata nel “tunnel” del +1.5% di crescita, decisamente inferiore alla cavalcata trionfale pre-crisi. Putin sottolinea gli sforzi nel rafforzamento della sostenibilità macroeconomica, l’eccedenza del bilancio federale e la sicurezza delle riserve governative, che coprono il debito estero totale. Inoltre, la Banca nazionale russa è riuscita nella stabilizzazione dei prezzi e nel contenimento dell’inflazione, fermata al 3%. Il presidente guarda al prossimo biennio con molta fiducia, con tassi di crescita del PIL russo previsti più alti di quelli mondiali, consequenziali però a un nuovo ciclo di investimenti necessari alla creazione e alla modernizzazione dei posti di lavoro, infrastrutture, nello sviluppo dell’industria, dell’agricoltura e del settore dei servizi.
“A partire da quest’anno, la crescita degli investimenti annuali dovrebbe essere almeno del 5%, la loro quota nel PIL del paese dovrebbe essere aumentata dall’attuale 21% al 25% nel 2024.”
Vladimir Putin
- Ricerca – Putin parla a 360° del sostegno alla ricerca congiunta di scienziati nazionali e stranieri sui problemi ambientali, sui cambiamenti climatici, sull’inquinamento ambientale e degli oceani, limitandosi tuttavia a considerazioni piuttosto retoriche e generali. Particolare attenzione merita invece il settore tecnologico, a proposito del quale il presidente evidenzia come la Russia sia uno dei pochi paesi al mondo che ha i propri social network, app di messaggistica istantanea, posta e ricerca.
- Politica estera e difesa – L’imprevedibilità e la rapida evoluzione degli eventi globali richiedono, secondo Putin, “una forte volontà politica, saggezza, coraggio. Il tempo richiede una consapevolezza della nostra responsabilità condivisa e azioni concrete“. La minaccia concreta è che ormai qualsiasi conflitto regionale possa rapidamente trasformarsi in minacce per l’intera comunità internazionale. Aprendo alla cooperazione con tutti i partner interessati, il presidente evidenzia con orgoglio come la sicurezza nazionale sia stata incrementata con tempestività e come, per la prima volta nella storia dell’esistenza di armi missilistiche nucleari, la Russia non stia inseguendo i successi di nessuno, ma al contrario, “altri importanti stati del mondo devono ancora creare le armi che la Russia possiede già”. Con questi risultati, secondo Putin, la difesa del paese è assicurata per decenni a venire, ma il livello di allerta deve rimanere sempre molto elevato.
“L’elevata accessibilità di Internet [al centro della rivoluzione “Runet” nel 2019, ndr] dovrebbe diventare un vantaggio competitivo per la Russia e i nostri cittadini, creare un ampio spazio per l’istruzione e la creatività, per la comunicazione, per l’attuazione di progetti sociali e culturali“
Vladimir Putin
- Politica interna e istituzioni – Infine, Putin ha parlato della struttura istituzionale della Federazione e della situazione politica interna. Recentemente, soprattutto a seguito delle varie modifiche al ruolo presidenziale, sono in molti a sollevare la questione dell’adozione di una nuova Costituzione. Il capo di Stato è chiaro su questo tema:
“Penso che non sia necessario. Il potenziale della Costituzione del 1993 è lungi dall’essere esaurito, e le basi fondamentali del sistema costituzionale, i diritti umani e le libertà, spero per molti decenni rimangano una solida base di valori per la società russa“.
Resta fermo il principio base della concezione putiniana: “la Russia può essere e rimanere la Russia solo come stato sovrano. La sovranità del nostro popolo deve essere incondizionata“. In secondo luogo, dopo un anno in cui si è discusso a lungo di cittadinanze, Putin propone di introdurre a livello costituzionale alcuni requisiti obbligatori per le persone che ricoprono cariche strategiche, vietando loro la possibilità di possedere la cittadinanza straniera, un permesso di residenza o un altro documento con simili effetti.
Inoltre, sempre parlando di possibili riforme costituzionali, Putin intravede la possibilità di aumentare l’autonomia dei governatori federali, per consentire loro di fronteggiare meglio gli eterogenei problemi della Federazione. Il possibile decentramento dei poteri proseguirebbe con la trasformazione del Consiglio della Federazione, finora puramente consultivo, che affiancherebbe il Presidente nell’esercizio di molti poteri, tra cui la nomina dei capi di tutti i dipartimenti di Stato e la rimozione dalla carica dei giudici delle Corti costituzionali e supreme nel caso in cui essi esercitino una condotta scorretta, che indichi l’impossibilità di mantenere lo status di persona giudicante.
In conclusione, Putin ha affermato di voler rispettare il limite di due mandati presidenziali consecutivi previsti dalla Costituzione, suggerendo quindi un suo naturale abbandono della presidenza nel 2024, aprendo così ufficialmente il dilemma della successione.
Complessivamente, possiamo scindere il messaggio all’Assemblea in due parti: la prima, in cui Putin pragmaticamente prende atto di alcuni problemi reali del paese, che necessitano di concrete misure (la cui sostenibilità per il sistema russo sarà tutta da verificare); la seconda, in cui il presidente rimarca con autorevolezza la centralità del suo ruolo, bilanciandola con un graduale riequilibrio dei poteri, nell’ottica di una stabilizzazione di lungo periodo della situazione politico-sociale.
Alla radice di questa visione sono molte le speculazioni che possono essere alimentate, principalmente legate al vuoto post-Putin che si prospetterà, con un’eredità che ancora non conosce eredi e che, forse, non conoscerà nemmeno un “post“. Infatti, le mosse del presidente sembrano suggerire dinamiche non molto diverse da quelle già viste in altri paesi post-sovietici, come recentemente in Kazakhstan: una redistribuzione dei poteri presidenziali, che ridimensionerebbe principalmente il successore e che consentirebbe a Putin di rimanere nella “stanza dei bottoni” come premier o capo del rinnovato Consiglio della Federazione.
A conclusione dell’incontro, il governo Medvedev ha rassegnato le proprie dimissioni e il Premier ha lasciato anche la carica di segretario del partito di governo, Russia Unita. Una mossa improvvisa, ma con una sua logica. Dimitrij Medvedev, infatti, non ha mai raccolto un grandissimo consenso, nemmeno ai tempi della presidenza (2008-12) e un nuovo esecutivo potrebbe, quindi, nascere sotto i migliori auspici per un agevole approvazione delle modifiche costituzionali proposte. Vladimir Putin ha accolto le dimissioni e proposto alla Duma di Stato il nome di Michail Mishustin, capo dell’Agenzia fiscale federale, come nuovo Primo ministro.