La storia della dinastia regnante dei Romanov è intrisa di sangue; dall’ascesa della casa regnante all’epoca dei torbidi, fino al tragico epilogo sotto i colpi dei rivoluzionari bolscevichi. Dei venti monarchi succedutisi, cinque hanno incontrato una morte violenta (Ivan VI, Pietro III, Paolo I, Alessandro II e Nicola II). Alessandro II fu assassinato da una bomba il 13 marzo 1881 a San Pietroburgo. Due dei suoi figli subirono morti violente: il granduca Sergej fu assassinato da una bomba al Cremlino di Mosca nel 1905, e il Granduca Paolo fu fucilato dai bolscevichi nella Fortezza di Pietro e Paolo nel 1919.
Nato nel 1818, Alessandro era il figlio maggiore dell’imperatore di tutte le Russie Nicola I e della principessa Alexandra Feodorovna, già Carlotta di Prussia. Nel 1855 Alessandro divenne zar dopo la morte di suo padre (una polmonite nel bel mezzo della guerra di Crimea). Alessandro, a scapito di una dinastia distintasi per i tratti reazionari, avrà la fama di essere lo zar più riformatore dai tempi di Pietro il Grande. Il suo principale risultato fu l’emancipazione dei servi nel 1861, ma furono tanti i suoi meriti. Alessandro riorganizzò il sistema giudiziario, istituì un sistema di autogoverni locali chiamato Zemstvo e un servizio militare universale equo; colpì duramente alcuni dei privilegi della nobiltà e promosse l’istruzione superiore nelle università; abolì infine la pena capitale e i diritti ereditari del clero. Sotto il suo regno la stampa e l’opinione pubblica si svilupparono in una misura precedentemente sconosciuta in Russia.
Nonostante una drastica riduzione del personale militare, durante il suo regno la Russia vide una certa espansione territoriale. La sconfitta nella guerra di Crimea aveva minato l’autorità internazionale della Russia, provocando un notevole danno alla sua influenza nei Balcani e in Europa. La neutralizzazione della flotta del Mar Nero rese necessaria una ricalibrazione delle alleanze in cui l’amministrazione di Alessandro si distinse particolarmente. Con l’obiettivo di contenere l’assertività dell’Impero britannico (il nemico più pericoloso della Russia a causa degli attriti in Transcaucasia e in Asia centrale), le velleità balcaniche dell’Austria imperiale e i tentativi degli ottomani di relazionarsi con le grandi potenze europee, il monarca tentò e ottenne un riavvicinamento alla Francia. In quegli anni i confini russi si estesero fino al Caucaso settentrionale e all’Iran. Alessandro approvò lo scambio delle Isole Curili con il Giappone in cambio di Sakhalin, e vendette l’Alaska agli Stati Uniti in quanto il territorio era considerato remoto e difficile da difendere per via della mancante contiguità territoriale. Con i trattati russo-cinesi di Aigun e Tientsin del 1858 e quello di Pechino del 1860, la Russia ottenne sia la sponda settentrionale del fiume Amur, sia il territorio compreso fra il fiume Ussuri e il Mar del Giappone. Lo Zar acquisì un territorio enorme benché scarsamente popolato. In queste regioni nel 1858 fu fondata la città di Chabarovsk e nel 1860 Vladivostok.
Alessandro, a scapito di una dinastia distintasi per i tratti reazionari, avrà la fama di essere lo zar più riformatore dai tempi di Pietro il Grande.
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Alessandro fu soggetto a numerosi tentativi di omicidio nel 1879 e nel 1880 da parte di Narodnaja Volja, un gruppo rivoluzionario radicale il cui obiettivo era una scatenare una rivoluzione di stampo para socialista. Dopo i tentativi rivoluzionari falliti, un comitato dei membri dell’organizzazione iniziò a pianificare un attacco contro lo zar. Il gruppo era guidato da Andrej Zheljabov e dalla sua amante Sophia Perovskaja. Il 13 marzo 1881, Alessandro II firmò un ordine che creava diverse commissioni, composte da funzionari governativi e importanti personalità al di fuori della classe dirigente per preparare riforme in vari rami del governo. Successivamente ha partecipato, come costantemente di domenica, alla messa con la famiglia imperiale. Alessandro lasciò il Palazzo d’Inverno e partecipò a una sfilata presso la Scuola di equitazione della capitale. Mentre viaggiava su una carrozza a prova di bomba (dono di Napoleone III di Francia) sull’argine del canale di Caterina questa fu colpita da una bomba. La carrozza fu danneggiata e diversi astanti rimasero feriti, mentre l’imperatore risultò illeso. In seguito lo zar, ignaro della presenza di un altro cospiratore (Ignatij Grinevickij) appoggiato a una ringhiera a pochi metri di distanza, lasciò la carrozza per ispezionare il danno e controllare i feriti finendo per essere colpito da una bomba lanciata direttamente tra le sue gambe. Quando il fumo si diradò, Alessandro II giaceva ferito a morte.L’attentato provocò altri tre morti e una ventina di feriti.
La notizia della morte del sovrano provocò profondo shock all’interno dell’opinione pubblica russa. Sull’onda lunga di notizie e teorie del complotto che inquadravano in una cospirazione ebraica l’attentato (diversi membri dell’organizzazione eversiva erano di nazionalità ebraica), pogrom e persecuzioni esplosero sullo sfondo di una situazione politica instabile di per sé già instabile. La disuguaglianza all’interno del tessuto sociale russo, l’antisemitismo di lunga data e l’insoddisfazione della popolazione urbana ortodossa per via della concorrenza economica degli ebrei hanno contribuito in questa situazione a diffuse voci secondo cui lo zar era stato ucciso in un complotto ebraico e che, in relazione a ciò, le autorità avevano emesso un ordine non detto per organizzare pogrom. La passività dell’amministrazione locale, dell’esercito e della polizia durante i pogrom ha convinto la popolazione della veridicità di queste voci. Il pogrom di Kiev del 1881, tra i più violenti nella storia delle persecuzioni antiebraiche in Est Europa durò tre giorni. Iniziò il 26 aprile 1881 nell’odierna capitale ucraina e si diffuse nei villaggi della regione circostante. La violenza sporadica è continuata fino all’inverno. I pogrom proseguirono per tutta l’estate, diffondendosi nel territorio dell’attuale Ucraina.
L’imperatore Alessandro II è stato sepolto nella Cattedrale di Pietro e Paolo all’interno della Fortezza di Pietro e Paolo a San Pietroburgo accanto alla sua prima moglie.Nel 1883 fu avviata la costruzione della Chiesa sul Sangue Versato. La chiesa fu costruita sul luogo dell’assassinio di Alessandro ed è dedicata alla sua memoria.La chiesa è stata progettata dall’architetto Alfred Parland e i lavori sono stati conclusi sotto al regno di Nicola II, nel 1907, e i fondi necessari sono stati attinti dalle casse della famiglia imperiale oltre che da diverse donazioni private.L’architettura di San Pietroburgo è prevalentemente barocca e neoclassica ma la Chiesa si distingue in quanto si rifà all’architettura russa medievale nello spirito del nazionalismo romantico. Ricorda intenzionalmente le chiese di Jaroslavl del XVII secolo e la celebre Cattedrale di San Basilio a Mosca.