“Tanto tuonò che piovve”. La costante retorica nazionalista e aggressiva che caratterizza lo scontro tra Armenia e Azerbaigian non poteva non sfociare in un esito violento, una recrudescenza di schermaglie e accuse perpetue negli anni.
Baku, Erevan e la piccola repubblica separatista sono i protagonisti principali di una diatriba trentennale, ennesimo focolaio d’instabilità alle porte dell’Europa. Attorno allo scontro ruotano attori rilevanti, con interessi e priorità divergenti, come Russia e Turchia, vicini preoccupati, come la Georgia, e altri soggetti, distanti e inefficaci, quali UE e OSCE.
Dalle radici del conflitto al dramma attuale, un’ampia analisi sui molteplici fronti di una guerra tutt’altro che tutt’altro che “congelata”.
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