12 aprile 1961, il cosmonauta sovietico Yuri Gagarin è il primo uomo della storia ad orbitare fuori dall’atmosfera terrestre. Un traguardo importante nell’aspro confronto tra Unione Sovietica e Stati Uniti d’America nella corsa allo spazio. Un’impresa frutto dell’abnegazione sovietica nel voler raggiungere primati ambiziosi.
Nell’aprile 1961, Yuri Alekseyevich Gagarin divenne il primo essere umano a viaggiare nello spazio, orbitando attorno al pianeta a bordo del velivolo spaziale Vostok 1. Il ventisettenne pilota collaudatore compì l’impresa in 89 minuti a bordo della capsula spaziale. Lanciato in orbita alle 9:07 a bordo della navicella dal peso di 4,7 tonnellate dal cosmodromo di Baikonur in Kazakistan, ammantò di leggenda ogni istante della delicata operazione segnando un traguardo per la cosmonautica sovietica e per il progresso scientifico dell’intera umanità. Visibilmente emozionato, Gagarin rispose con un iconico “Poekhali!” “Andiamo!” alla richiesta di iniziare la missione. Durante il volo, Gagarin fischiettò la melodia del tradizionale inno dell’aviazione, “Родина слышит, Родина знает”. “la Patria sente, la Patria lo sa”.
Vostok 1 orbitò intorno alla Terra a un’altitudine di 187 miglia, guidato da un complesso sistema di controllo automatico. Il mezzo consisteva in un piccolo modulo sferico posto al di sopra di un altro modulo, con il sistema motore e un razzo a tre stadi poco sotto. Gagarin era legato ad un seggiolino eiettabile e il veicolo spaziale era azionato automaticamente, a causa dell’incertezza su come il corpo umano avrebbe reagito alle condizioni atmosferiche. Gagarin effettuò un’unica orbita attorno alla Terra in un’ora e 48 minuti, dimostrando che un essere umano può sopravvivere nello spazio. In orbita, oltre a comunicare dati e osservazioni, Gagarin registrò le iconiche parole di un uomo che per la prima volta si bea della vastità del nostro pianeta: “Il cielo è molto nero, la Terra è azzurra. Tutto può essere visto chiaramente!” Questa frase di Gagarin restò nella memoria collettiva ed è all’origine dell’epiteto “pianeta azzurro” con il quale spesso è definita la Terra.
Terzo di quattro figli di una famiglia di contadini di una fattoria collettiva nel villaggio di Klushino, vicino alla città di Gzhatsk (ribattezzata Gagarin nel 1968 in suo onore), nella regione di Smolensk, in seguito alla missione assurse a meritata fama. Insignito dell’Ordine di Lenin e del prestigioso titolo di Eroe dell’Unione Sovietica, ancora in vita ebbe l’onore di vedersi intitolare monumenti e strade in tutta l’Unione Sovietica. Dopo l’impresa dell’aprile 1961, Yuri Gagarin si recò all’estero in una “missione di pace”, visitando in tre anni circa 30 Paesi, tra cui Cecoslovacchia, Finlandia, Inghilterra, Bulgaria ed Egitto. In seguito allo storico volo, Gagarin divenne vicecapo del Centro di addestramento dei cosmonauti e comandante del distaccamento dei cosmonauti sovietici, continuando a lavorare fino alla sua tragica morte. Il 27 marzo 1968, Gagarin decollò con il caccia MiG-15UTI per un volo di addestramento di routine dalla base aerea di Chkalovsky, ma il volo si schiantò vicino alla città di Kirzhach. Il nome di Gagarin è stato dato alla navicella spaziale con equipaggio Soyuz TMA-21, lanciata nell’aprile 2011 da Baikonur con l’equipaggio diretto verso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS).
Il programma Vostok ebbe inizio nella primavera del 1957, quando Sergei Pavlovich Korolëv, padre dei successi aereospaziali sovietici, organizzò un dipartimento progettato per eseguire ricerche sulla costruzione dei primi satelliti artificiali terrestri e sulla produzione di un velivolo satellitare con equipaggio. Il progetto del suddetto veicolo richiese uno studio approfondito in settori della scienza e della tecnica ancora poco conosciuti, come l’aerodinamica ipersonica. Nel corso di uno studio condotto nell’aprile 1958 all’interno di un apposita centrifuga, i risultati dimostrarono che, conservando una certa posizione, un’individuo è in grado di sopportare sovraccarichi fino a 10 G (accelerazione di gravità) senza gravi conseguenze per la sua salute. Da qui la decisione di modellare il primo veicolo a forma sferica. La prima navetta, Vostok-1K, raggiunse l’orbita nel maggio 1960 mentre l’anno successivo venne creata e testata Vostok-3KA, il veicolo di Gagarin.
L’esito fortunato della missione del cosmonauta sovietico provocò un’ondata di entusiasmo e fervore patriottico in un’Unione Sovietica coinvolta in un conflitto senza esclusione di colpi per la supremazia spaziale nel contesto della Guerra Fredda. Intenzionata a rivendicare la potenza tecnologica e la superiorità ideologica del modello socialista, Mosca cercava di conquistare crescenti primati in ambito scientifico per farne una vetrina per il mondo. Non soltanto prestigio, ovviamente. In una campagna che vedeva contrapposti scienziati e ingegneri, cosmonauti sovietici e astronauti americani, vi era anche la necessità pratica di convertire i primati in benefici geopolitici. Una conquista, quella del 1961, che molto dovette all’abnegazione e alla formazione di anonimi ingegneri, tecnici e professionisti, tra cui spicca il nome già citato di Korolëv. Membro della squadra che aveva lanciato il primo razzo sovietico a propellente liquido nel 1933, Korolëv, dopo essere sopravvissuto alle purghe staliniane, venne inviato nella Germania postbellica per studiare il razzo V-2 e in generale quella industria aereospaziale nazista che avrebbe prodotto l’iconico Wernher von Braun. Impiegando questa tecnologia e notevoli talenti ingegneristici, il 4 ottobre 1957 Korolëv lanciò il primo satellite, Sputnik 1, nell’orbita terrestre. Tracciando il solco per future conquiste.
Dal lancio di Sputnik, indovinata la necessità di investire e proseguire sulla strada della ricerca aereospaziale, Mosca procedette a tappe forzate bruciando la concorrenza americana. I sovietici intrapresero una serie di esperimenti con animali a bordo dei velivoli per testare la fattibilità del volo spaziale con equipaggio. Il 3 novembre 1957 l’Urss lanciava in volo orbitale il primo satellite artificiale con un essere vivente a bordo, un cane meticcio di tre anni di nome Laika – sfortunatamente perito in orbita. Il 2 gennaio 1959 Luna 1 divenne la prima sonda spaziale ad entrare in un’orbita eliocentrica tra Marte e la Terra, nel contesto del programma di esplorazione lunare. A settembre dello stesso anno i sovietici faranno impattare per la prima volta nella storia un oggetto (“Luna 2”) sul nostro Satellite, precisamente nel Mare della Tranquillità. Il 19 agosto 1960 i sovietici lanciarono in orbita una coppia di cani femmine, Belka e Strelka, a bordo della navicella Korabl-Sputnik-2. A quel punto, l’Unione Sovietica aveva già fatto un balzo in avanti nella “corsa allo spazio” con il volo dell’agosto 1961 del cosmonauta German Titov a bordo di Vostok 2. In quel viaggio, Titov compirà 17 orbite in un totale di oltre 25 ore nello spazio.
Ancora oggi nella Federazione Russa il 12 aprile viene celebrato come Giornata della cosmonautica. L’iniziativa per istituire la celebrazione è frutto del patrocinio del cosmonauta Titov, secondo uomo nello spazio, che formalizzò la sua proposta il 26 marzo 1962 in una lettera al Comitato Centrale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica. Durante la Giornata della cosmonautica si tengono eventi a tema in tutte le regioni della Federazione, vengono organizzate mostre, escursioni, festival, concerti e promozioni. Nel 2011, in onore del 50° anniversario del volo di Yuri Gagarin, in Russia si è tenuto l’Anno della cosmonautica russa, annunciato con decreto del presidente Medvedev. Quest’anno, invece, il centro delle celebrazioni per il 60° anniversario del volo di Gagarin sarà il Museo della Cosmonautica di Mosca che dal 13 aprile al 12 settembre ospiterà una mostra con tutti gli artefatti sovietici della corsa allo spazio. Ospite d’onore l’originale veicolo di discesa della navicella “Vostok” su cui Gagarin ha effettuato il suo storico volo.