I due Paesi si stanno avvicinando sempre di più, grazie anche al settore della difesa che ha fatto da apripista. Il punto di svolta è stato il 2014. Mosca e Washington guardano interessate mentre il futuro del rapporto è delineato.
Negli ultimi anni le relazioni tra Turchia e Ucraina hanno raggiunto vette mai toccate, facendone non un rapporto bilaterale come altri bensì una vera e propria partnership strategica. Non è un caso se il 10 aprile 2021, nel mezzo delle tensioni legate all’aggravarsi della situazione nel Donbass, il presidente ucraino Volodymyr Zelenskij si sia recato ad Istanbul per chiedere supporto a Recep Tayyip Erdoğan. L’elemento anti-russo è il collante di questa intesa?
All’interno dello sviluppo storico è possibile rintracciare un evento decisivo che ha saldato gli odierni intensi legami, l’annessione russa della Crimea – che ha sparigliato le carte non solo a livello internazionale ma anche a livello regionale. C’è un prima e un dopo il 2014. Se il prima era stato caratterizzato da una scarsa importanza data alle relazioni bilaterali, il dopo – con la guerra russo-ucraina e la mutazione degli equilibri geopolitici del Mar Nero – vede l’emergere di una cooperazione ad alti livelli tra Kiev e Ankara.
In questo scenario, la Turchia vuole (e deve) evitare a tutti i costi che il Mar Nero diventi un “lago russo”. Con il controllo della Crimea, la Federazione non ha solamente allargato la sua Zona economica esclusiva (ZEE) nell’area, ma ha anche aumentato la militarizzazione della regione. Una minaccia alla sicurezza turca, dato che Mosca ha immediatamente stanziato nella penisola i sistemi missilistici S-400 e rafforzato le basi navali. A questo bisogna aggiungere che le navi ed i sottomarini russi sono equipaggiati con i temuti missili Kalibr, con una gittata tra i 1500 e i 2500 km (Istanbul dista solamente più o meno 600 km dalla Crimea) [1].
Un vero e proprio game-changer che ha spinto Ankara a rafforzare i legami con Kiev. Se l’Ucraina vede la possibilità di utilizzare questo legame in funzione anti-russa dato che si sta parlando comunque del secondo esercito della NATO, dall’altra parte per i turchi oltre alle motivazioni securitarie ve ne è una culturale ed etnica – la difesa dei tatari di Crimea. La presenza di questa minoranza turcofona e musulmana molto legata agli ucraini – dopo i soprusi subiti in epoca sovietica e nelle epoche precedenti – ha spinto la Turchia ad opporsi fermamente al riconoscimento del controllo di Mosca sulla penisola di Crimea.
Trainati dalla collaborazione nel settore della difesa, i due Paesi hanno trovato una linea di azione comune, che gli ha permesso di concludere una serie di commesse militari in vari campi. Ci sono già più di 50 progetti congiunti che hanno raggiunto diverse fasi di attuazione [2]. Nel 2018 l’Ucraina ha acquistato 200 missili ad alta precisione e sei droni Bayraktar TB2 dalla Turchia, per un totale di 69 milioni di dollari. L’anno scorso Kiev ha ordinato quattro corvette classe-Ada, piccole navi militari dotate di grande manovrabilità, che verranno prodotte congiuntamente dalle due nazioni. L’Ucraina inoltre fornirà propri motori per i droni Bayraktar Akıncı.
Ma il vero pezzo forte è arrivato alla fine del 2020 con l’annuncio di Vadym Ihorovych, direttore generale della Ukrspetsexport – industria statale ucraina nel campo della difesa. È stata inaugurata una società mista tra Kiev ed Ankara per la produzione di più di 48 droni da combattimento Bayraktar TB2, che potranno essere esportati anche a Paesi terzi [3]. I letali droni turchi sono diventati noti soprattutto per il loro ruolo cruciale assunto nel secondo conflitto del Nagorno Karabakh, dove insieme ai droni israeliani Harop hanno permesso all’Azerbaigian di assicurarsi la vittoria. Un annuncio che non avrà fatto piacere a Mosca, dato che alcuni di questi potrebbero essere impiegati sul fronte orientale ucraino – per un futuro possibile uso contro le forze separatiste russe.
Zelenskij ed Erdoğan sembrano parlare la stessa lingua. Il 10 aprile, in occasione del nono incontro del consiglio strategico di alto livello, il presidente ucraino ha sottolineato la condivisione di valori comuni e incassato il sostegno incondizionato dalla sua controparte turca sull’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina [4]. Contatti e dichiarazioni tra le parti che nei giorni più critici della situazione legata al Donbass si sono intensificati, causando una seccata replica del Ministro degli Affari Esteri russo. Il 12 aprile Sergej Lavrov, commentando la vendita dei droni turchi a Kiev, invitava caldamente Ankara a non alimentare le aspirazioni militari ucraine.
Mosca dovrà prestare sempre più attenzione a questa solida alleanza e al pragmatismo del sultano in politica estera. Mentre nel 2017 la vendita degli S-400 ha permesso al Cremlino di creare una falla all’interno delle relazioni NATO-Turchia, causando l’espulsione di quest’ultima dal programma degli F-35, oggi lo scenario è cambiato. Le difficoltà tra gli alleati atlantici e Ankara permangono, ma quest’ultima ha riscoperto sempre di più la sua vocazione imperiale – sfruttando la passività dell’amministrazione Trump e proponendosi in chiave anti-russa in Siria, Libia e nel Caucaso. E ora si sta spingendo anche oltre. Rafforzando il legame con Kiev e armandola si muove con leggiadria su quelle linee rosse tratteggiate dal presidente Putin durante il suo discorso annuale alla nazione.
È chiaro, però, che l’intesa turco-ucraina non sia né una partita a due e né a tre (Russia), ma a quattro. Il terreno di gioco è la pressione americana sulla Federazione. Erdoğan, per mantenere i feudi conquistati, cerca di mostrarsi come indispensabile agli occhi di Washington. Ecco spiegata l’intensificazione dell’appoggio all’Ucraina, che supera anche quello europeo ed arriva a sostenerne pubblicamente e con fermezza l’entrata nella NATO [5] – la cui sola ipotesi scatena l’ira di Mosca. Progetto irrealizzabile nel breve e medio periodo, ma che segnala agli occhi degli Stati Uniti la volontà di prendersi delle responsabilità gravose. Specialmente dopo il cambio di amministrazione alla Casa Bianca, i frequenti incontri Zelenskij-Erdoğan servono a lanciare segnali di unità e di comunione di intenti verso l’Atlantico. Ma la ricreazione turca sembra essere finita.
Il riconoscimento del genocidio armeno – che ha innescato le ire turche tanto da invocare l’estromissione dei militari statunitensi dalla base aerea di Incirlik e dalla stazione radar di Kurecik [6] – è la prima tappa con cui la presidenza Biden cercherà di ridimensionare le ambizioni neo-ottomane. Vedremo sin dove si spingerà, ma il sultano ha già mosso le pedine stazionandosi in luoghi strategici per il contenimento di Mosca – Ucraina in testa. In questa spirale – a meno di incredibili capovolgimenti – l’intesa Ankara-Kiev è destinata a rafforzarsi su più piani. Non solo difesa, ma anche commercio, economia, turismo, scienza ed educazione. E l’annuncio dell’esercitazione navale congiunta Dogu Akdeniz [7] (Mediterraneo orientale), per la fine 2021, è un segno dei tempi.
[1] Ukraine turns to Turkey as Russia threatens full-scale war, Al Jazeera, 11 aprile 2021, https://www.aljazeera.com/news/2021/4/11/russia-talks-of-full-scale-war-with-ukraine-kiev-turns-to-turkey.
[2] Turkey on course to strategic partnership with Ukraine, Al-Monitor, 21 ottobre 2020, https://www.al-monitor.com/originals/2020/10/turkey-russia-increasing-defense-cooperation-ankara-kiev.html.
[3] Ukraine Forming Joint Venture with Turkey to Produce 48 Bayraktar TB2 Drones, The Defense Post, 25 novembre 2020, https://www.thedefensepost.com/2020/11/25/ukraine-turkey-venture-bayraktar-tb2-drones/.
[4] Joint Declaration of the 9th meeting of the High-Level Strategic Council between Ukraine and the Republic of Turkey, President of Ukraine, 10 aprile 2021, https://www.president.gov.ua/en/news/spilna-deklaraciya-devyatogo-zasidannya-strategichnoyi-radi-67909.
[5] Turkey supports Ukraine’s prospects for membership in NATO, Unian, 16 ottobre 2020, https://www.unian.info/politics/statement-by-zelensky-and-erdogan-turkey-supports-ukraine-s-prospects-for-membership-in-nato-11184209.html?utm_source=unian&utm_medium=related_news&utm_campaign=related_news_in_post.
[6] Un experto turco: “Ha llegado el momento de recuperar las bases cedidas a la OTAN y EEUU”, Sputnik mundo, 4 maggio 2021, https://mundo.sputniknews.com/20210503/un-experto-turco-ha-llegado-el-momento-de-recuperar-las-bases-cedidas-a-la-otan-y-eeuu-1111829521.html.
[7] Ukraine to take part in Turkish Navy exercise, Unian, 25 aprile 2021, https://www.unian.info/politics/naval-cooperation-ukraine-to-take-part-in-turkish-navy-exercise-11399824.html.