Il flusso di rifugiati verso ovest potrebbe raggiungere l’esorbitante quota di 4 milioni di individui. Le difficoltà logistiche di chi fugge e le misure emergenziali approntate dall’Unione Europea. Anche in una situazione simile emergono casi di razzismo, specie ai danni di chi non ha la pelle bianca.
La guerra non è fatta solo di battaglie, bombardamenti, alleanze e approvvigionamenti di armi. La guerra è molto di più, la guerra è una tragedia umana. E una simile tragedia si sta consumando in Ucraina nel momento in cui il conflitto si avvia verso la sua seconda settimana. Sono molti gli ucraini che hanno deciso di intraprendere la via dell’emigrazione immediata verso occidente. E molte le famiglie costrette a separarsi a causa del divieto di lasciare il Paese, imposto dal governo di Kiev agli uomini di età tra i 18 e i 60 anni per mandarli alle armi. Secondo le prime stime dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, almeno 500.000 persone in soltanto sei giorni hanno già lasciato l’Ucraina per cercare rifugio nei Paesi limitrofi, Polonia, Ungheria, Slovacchia e Romania in primis, dove sono già state registrate dalle autorità locali[i]. Secondo la portavoce dell’UNHCR Shabia Mantoo, il numero è in crescita e, al momento,circa 281.000 persone sono entrate in Polonia, più di 84.500 in Ungheria, circa 36.400 in Moldova, oltre 32.500 in Romania e circa 30.000 in Slovacchia. Il resto è sparso in altri Paesi non identificati[ii].
Si può già ben parlare di una crisi umanitaria e le parole dell’Alto Commissario per le Nazioni Unite Filippo Grandi rendono chiara l’idea: “Siamo gravemente preoccupati per il rapido peggioramento della situazione e per l’azione militare in corso in Ucraina. Le conseguenze umanitarie sulle popolazioni civili saranno devastanti: in guerra non ci sono vincitori ma solo innumerevoli vite a rischio. Abbiamo già ricevuto notizie di vittime e persone che hanno cominciato a fuggire dalle loro case in cerca di sicurezza. Le vite umane e le infrastrutture civili devono essere protette e salvaguardate in ogni momento, in linea con il diritto internazionale umanitario”[iii].
Allo stesso tempo, le Nazioni Unite hanno sottolineato il loro impegno umanitario nei confronti dell’Ucraina per mezzo del Segretario Generale Antonio Guterres. Almeno 20 milioni di dollari sono già stati stanziati come fondi d’emergenza per il Paese ma, soprattutto, è l’appello umanitario del Segretario Generale a risparmiare i civili ad essere posto in evidenza. Secondo dichiarazioni e rapporti pervenuti, è infatti chiaro che gli attacchi russi non si stanno limitando soltanto a obiettivi militari ucraini. Sono numerose le infrastrutture civili, incluse le abitazioni, a essere ripetutamente attaccate, in modo letale per chi ci vive[iv].
Ma al di là delle dichiarazioni e delle genuine intenzioni delle organizzazioni internazionali, delle speculazioni su nuovi possibili attacchi e delle trattative tra i governi interessati, la tragedia umana si consuma ora dopo ora.Basta vedere le immagini di centinaia di migliaia di persone in code interminabili per attraversare i confini del Paese, in automobile, in autobus ma anche a piedi, attendendo almeno 40 ore senza alcun supporto umanitario se non al raggiungimento della loro destinazione, dove le autorità locali hanno già allestito centri di pronta accoglienza. Sono numerosissime le famiglie costrette a separarsi, cosa che si traduce nella fuga di numerose donne e bambini costretti ad attraversare il Paese per trovare rifugio altrove.
Questo è stato, per esempio, il caso di Olga, originaria di Kiev che ha lasciato la capitale con la figlia di otto anni, il figlio di due e insieme a una vicina di casa e la figlia. La donna riporta che ci sono volute circa dodici ore per uscire dalla capitale (quando in generale ce ne vogliono sette) non appena hanno sentito cadere la prima bomba. Come altre migliaia di persone, la donna ha raggiunto il confine polacco dopo tre giorni di viaggio in macchina e numerose ore di attesa per attraversarlo. Le condizioni sono infatti disastrose in quanto Olga e la famiglia sono stati costretti ad aspettare 36 ore senza avere la possibilità di trovare pasti caldi da mangiare e bagni[v]. Il racconto di Olga rispecchia la vita di migliaia di persone in questo momento ammassate ai confini.
Ci sono persone che decidono di rimanere e attendere la fine del conflitto. Il caso di Zakhida Adylova, insegnante di lingue di 35 anni residente a Kiev con la madre e la figlia, è esemplare. Non è infatti la prima volta che la donna affronta le conseguenze delle politiche militari russe. Tatara della Crimea, Zakhida è stata costretta a lasciare la penisola nel 2014 a seguito dell’annessione russa ed è adesso costretta a rivivere gli stessi dolorosi momenti. Nel suo breve diario di guerra, la donna racconta passo dopo passo il succedersi degli eventi: le prime bombe, l’impossibilità di fuggire da Kiev, il caos che regna per le strade, la scarsità di viveri nonché la preoccupazione per i familiari che vivono in altre zone del Paese. La situazione ha risvegliato i dolorosi ricordi dell’invasione della Crimea, l’andare a letto il giorno prima in territorio ucraino e risvegliarsi il giorno successivo in territorio russo[vi].
Sono anche molti gli ucraini che, al contrario, sono tornati dall’estero per lottare e liberare il loro Paese. Dopo che il presidente ucraino Volodimir Zelenskij ha messo a disposizione armi anche per i civili che desiderassero lottare al fianco dei militari, circa 22.000 persone (secondo le stime delle guardie di confine) hanno attraversato la Polonia per entrare in Ucraina e difendere il Paese dall’aggressione russa. Questo è quello che ha fatto Janiel, residente nella città polacca di Wrocław che, dopo aver visto sul proprio telefono cellulare le immagini dell’invasione russa ha dichiarato “non potevo restare a guardare e restare in Polonia con i russi che distruggono la nostra indipendenza, distruggono le nostre città, uccidono i nostri cittadini, uccidono i nostri bambini, uccidono i nostri anziani”[vii].
Non sono mancati episodi di razzismo: cittadini in fuga di origini africane hanno subito discriminazioni al confine con la Polonia da parte di funzionari di entrambe le sponde.Sono infatti migliaia gli studenti africani in Ucraina, e provengono principalmente da Nigeria, Ghana, Kenya, Sudafrica, Etiopia e Somalia, attratti dall’alto livello di istruzione e dai bassi costi. Ad alcuni di loro, secondo quanto riferito dagli stessi, è stato impedito l’attraversamento del confine per giorni nonostante il freddo, la mancanza di cibo e di altri generi di prima necessità. La priorità è stata riservata ai rifugiati bianchi. Il ministro degli Esteri ucraino Dmitro Kuleba ha affermato che le guardie di frontiera ucraine hanno ricevuto precise istruzioni per consentire a tutti i cittadini stranieri l’attraversamento dei confini. Nonostante ciò, se gli studenti del Ghana non hanno riscontrato alcun problema, per alcuni studenti nigeriani non è stato così, secondo quanto riportato dal ministro degli Esteri nigeriano Geoffrey Onyeama che ha affermato di aver ricevuto segnalazioni di “guardie di frontiera ucraine che ostacolano l’uscita dei cittadini nigeriani”[viii].
Intanto l’Unione Europea si sta preparando per l’arrivo dei rifugiati ucraini, fino a quattro milioni secondo le sue stesse stime. Le regole generali per l’arrivo degli immigrati nel territorio dell’Unione sono state infatti allentate: non ci sarebbe bisogno di documenti specifici per entrare nei Paesi limitrofi. La Polonia e gli altri Paesi confinanti con l’Ucraina offrono ai rifugiati la possibilità di soggiornare in centri di accoglienza, dove possono ricevere cibo e cure mediche in assenza di amici o parenti sul luogo. In Ungheria e Romania, i rifugiati possono ottenere indennità in denaro per cibo e vestiti e ai bambini vengono offerti posti nelle scuole locali. La Repubblica Ceca ha attivato un piano di preparazione alle onde migratorie che aiuterà i rifugiati a richiedere un tipo di visto attraverso una procedura semplificata per rimanere nel Paese. In generale, le usuali regole in vigore per i rifugiati sono state temporaneamente revocate per consentire agli ucraini di stabilirsi nei Paesi europei di loro preferenza[ix].
Ci sarà tempo per analizzare le possibili implicazioni politico-economiche dei flussi migratori, e se questi siano un effetto collaterale voluto o meno dalla Russia per destabilizzare ulteriormente l’Europa. Ma in questo momento è necessario fermarsi un momento e riflettere sulla tragedia umana in corso, sulle migliaia di vite già perse, su quelle profondamente modificate, sui sogni distrutti e su un Paese ferito nella propria dignità.
Laura Pennisi
[i] United Nation. UN News. Global Perspectives Human Stories, 28-02-2022. https://news.un.org/en/story/2022/02/1112872 Ultimo accesso 2-3-2022.
[ii] Al Jazeera. Russia-Ukraine war by the numbers: Live Tracker,28-02-2022. https://www.aljazeera.com/news/2022/2/28/russia-ukraine-crisis-in-maps-and-charts-live-news-interactiveUltimo accesso 2-3-2022.
[iii] The UN Refugee Agency. Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati: “Gravemente preoccupato per la situazione in Ucraina”, 24-02-2022. https://www.unhcr.org/it/notizie-storie/comunicati-stampa/filippo-grandi-alto-commissario-delle-nazioni-unite-per-i-rifugiati-gravemente-preoccupato-per-la-situazione-in-ucraina/Ultimo accesso 2-3-2022.
[iv] United Nations. Secretary General. Secretary-General’s remarks to the General Assembly Emergency Special Session on Ukraine, 28-02-2022https://www.un.org/sg/en/node/262118 Ultimo accesso 2-3-2022.
[v]United Nation. UN News. Global Perspectives Human Stories, 28-02-2022. https://news.un.org/en/story/2022/02/1112872 Ultimo accesso 2-3-2022.
[vi]Per maggiori informazioni sul diario: https://www.aljazeera.com/features/2022/2/28/diary-from-Kiev-im-staying-in-my-home-no-matter-what-happens.
[vii]Ben Anthony Horton. Meet the Ukrainians rushing home to fight for their country, Euronews. Travel, 28-02-2022. https://www.euronews.com/travel/2022/02/28/meet-the-ukrainians-rushing-home-to-fight-for-their-countryUltimo accesso 2-3-2022.
[viii]Al Jazeera. 500,000 people have fled Ukraine conflict: UN, 28-02-2022.https://www.aljazeera.com/news/2022/2/28/500000-people-have-fled-ukraine-conflict-unUltimo accesso 2-3-2022.
[ix] BBC News. Ukraine’s refugees: How many are there and where might they go?,28-02-2022.https://www.bbc.com/news/world-60555472 Ultimo accesso 2-3-2022.