Tensioni, proteste, annessioni, conflitti latenti, morti e rivendicazioni … tutto è esploso nella notte del 24 febbraio, quando Mosca ha ufficialmente dato il via alle operazioni militari in terra ucraina. Una mossa netta, che non ammette ripensamenti, e che ha colto alla sprovvista la stragrande maggioranza degli analisti.
Se infatti la pressione montante ai confini ucraini aveva fatto fin da subito presagire molti al peggio, è il tradimento dell’usuale pragmatismo del Cremlino ad aver lasciato perplessi. Le conseguenze di tale decisione, di uno scontro così duro e aperto, segnano irrimediabilmente le relazioni internazionali di Mosca con l’Occidente, con il suo vicinato e anche con molti dei suoi partner, trovatisi in una situazione piuttosto scomoda.
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