L’associazione tra “siccità” e “Lettonia” sembra quasi una forzatura. Invece, il governo lettone sta seriamente pensando a quali misure mettere in atto per far fronte alla crisi idrica più grave della storia del Paese, che potrebbe farsi trovare impreparato.
Il governo sta valutando se dichiarare lo stato di emergenza nazionale per l’agricoltura, mentre le foreste sono minacciate da un elevato rischio incendi. Non si tratta del Portogallo o della Grecia, ma della Lettonia. Gli agricoltori chiedono aiuti allo Stato, come sta già accadendo più a sud, in Lituania: nei distretti dell’ovest del Paese, ovvero Klaipeda, Kretinga e Silute, il provvedimento è già in vigore e potrebbe essere esteso all’intero stato nel corso dell’estate.
I dati sono poco incoraggianti: le piogge di maggio e giugno finora sono state ampiamente al di sotto delle medie stagionali, e le previsioni non prevedono miglioramenti. Nel solo mese di maggio è piovuto l’85% in meno rispetto al consueto. Questo sta innescando ripercussioni negative sull’agricoltura, già fortemente penalizzata dal disgelo tardivo primaverile, che ha creato problemi a diverse colture.
“Quest’anno si è verificata una siccità senza precedenti in tutto il territorio della Lettonia”, ha affermato Maira Dzelzkalēja-Burmistre, vicepresidente dell’associazione Zemnieku saeima (il Parlamento degli agricoltori). “Le perdite sono dell’ordine di centinaia di milioni. Le previsioni peggiorano di giorno in giorno e sembra che il 50% del raccolto potenziale sia già andato perso”. Gli agricoltori si aspettano aiuti dallo Stato, che a sua volta guarda speranzoso all’Unione Europea: Riga riceve già, infatti, sussidi per l’agricoltura da Bruxelles, come previsto dal Piano per lo Sviluppo Rurale della Lettonia 2014-2023. L’accordo prevede 1,45 miliardi, destinati alla formazione degli agricoltori, all’ammodernamento delle strutture agricole (le aziende agricole sono spesso familiari e risalenti, in parte, ancora all’epoca sovietica), al miglioramento della competitività e alla diversificazione della produzione agricola.
Le conseguenze in cifre
I cereali saranno certamente impattati dalla scarsità d’acqua. Secondo i dati più recenti, il raccolto del grano sarà inferiore del 30 o addirittura del 50% rispetto alle previsioni per il 2023. La Lettonia sta anche vagliando la limitazione della vendita di fieno e foraggio ai vicini, come la Polonia, per i quali rappresenta un fornitore abituale, prevedendo di non riuscire a soddisfare nemmeno la sua domanda interna per gli allevamenti di bestiame.
Per quanto riguarda le patate, l’annata si è già rivelata mediocre. I campi di tuberi avevano bisogno di acqua lo scorso agosto, cioè il momento in cui il raccolto arriva a maturazione, ma ci sono state solo deboli piogge in luglio. Due anni fa, il raccolto fu particolarmente prospero, con un rendimento di circa 50 tonnellate di patate per ettaro, ma già l’anno scorso ci si era fermati a 30. Per quest’anno, le stime ricalcano i livelli del 2022, ma in compenso a crescere sono stati i prezzi: nel 2021, un kg di patate rasentava i 10 centesimi, mentre oggi siamo già arrivati a una media di 22. Gli agricoltori dichiarano di fare fatica a posizionarsi sul mercato, perché i prezzi delle patate importate (ad esempio dalla Germania o dalla Polonia) sono inferiori, nonostante includano anche i prezzi del trasporto.
Non manca il rischio di incendi
In aggiunta, la siccità sta innescando conseguenze pericolose, in primis connesse al pericolo di incendi e fuochi liberi. Tra il 14 e il 15 giugno, in sole 24 ore i vigili del fuoco hanno ricevuto 70 richieste di intervento. Tra queste, 49 riguardavano incendi da domare (di cui 8 in aree forestali) e 16 fuochi propagatisi in sterpaglie. Anche in questo caso si tratta di una situazione senza precedenti per la Lettonia, che conta oltre 500 incendi dall’inizio di giugno, ovvero due e volte e mezzo gli interventi realizzati lo scorso anno nello stesso periodo (che furono 196). Dall’inizio dell’anno, gli incendi boschivi registrati sono stati 393. L’area totale di terreno forestale bruciata è di 513 ettari, di cui 59 ettari appartenenti a giovani foreste e 355 ettari di aree naturali appositamente protette. L’allerta per gli incendi boschivi rimane alto in tutto il Paese, e comprensibilmente: metà della superficie della Lettonia è costituita da boschi e foreste.
Il Valsts meža dienests (VMD, il Servizio forestale dello stato) sta cercando di sensibilizzare i cittadini e di metterli in guardia rispetto al pericolo (a maggior ragione visto che si tratta di una situazione particolarmente inconsueta per la Lettonia), e ha istituito divieti e restrizioni a partire dal 1° maggio, come il divieto di guidare veicoli a motore e accendere fuochi in luoghi non autorizzati. L’inosservanza può comportare responsabilità amministrative, civili e penali. Secondo le attuali previsioni meteorologiche, non ci si possono aspettare miglioramenti, almeno nel breve periodo. Si prevede un’alta probabilità di temperature elevate con precipitazioni molto scarse per tutta l’estate, per cui la siccità potrebbe persistere per i prossimi mesi.