Si chiude un anno che ha rappresentato un momento di grande importanza nelle relazioni bilaterali tra Italia e Uzbekistan, consolidando ancor di più i legami instaurati nel marzo del 1992. Il livello di comprensione reciproca e di partenariato raggiunto fino ad ora tra Uzbekistan e Italia costituisce una solida base per il continuo successo del dialogo politico, economico e culturale, inaugurando così una nuova fase nello sviluppo della cooperazione tra i due Paesi.
Negli ultimi 31 anni, Italia e Uzbekistan hanno gettato solide basi per una cooperazione reciprocamente vantaggiosa e promettente, promuovendo un dialogo politico affidabile. I due Paesi hanno collaborato con successo nell’ambito di varie organizzazioni internazionali, tra cui l’ONU e l’OSCE, e hanno incentivato le loro relazioni a livello interregionale. Ad esempio, la Conferenza Italia-Asia centrale nel formato 1+5 che ha visto la partecipazione di rappresentanti del Kazakistan, del Kirghizistan, del Tagikistan, del Turkmenistan e dell’Uzbekistan. Avviato nel 2019 e arrivato alla sua seconda edizione nel 2021, il governo italiano intende rilanciare questo fondamentale punto di incontro. L’Italia, inoltre, sostiene l’ingresso anticipato dell’Uzbekistan nell’OMC e l’adozione dell’Accordo di partenariato e cooperazione rafforzata (EPCA) con l’UE.
In questo consolidato panorama collaborativo, l’Italia ha dimostrato una leadership nel portare il partenariato con l’Uzbekistan ad un livello qualitativamente nuovo. Con la sua visita nello Stato centroasiatico tra il 9 e l’11 novembre, il presidente Mattarella ha manifestato l’interesse dell’Italia e la totale disponibilità ad approfondire le relazioni bilaterali con Tashkent. Questo impegno è stato consolidato dalla recente elevazione delle relazioni al rango di partenariato strategico, avvenuta durante la prima visita ufficiale del presidente uzbeco Shavkat Mirziyoyev a Roma tra il 7 e il 9 giugno di quest’anno, a sua volta preceduta dal viaggio nella capitale uzbeca del ministro della difesa Crosetto il 26 aprile.
Gli incontri di Roma hanno segnato l’inizio di una nuova fase nello sviluppo della cooperazione tra i due Paesi, coinvolgendo il presidente Mattarella, il primo ministro Meloni e rappresentanti del mondo economico e delle diverse regioni italiane. Contestualmente, è stata adottata una dichiarazione congiunta che ha fissato le basi per una partnership strategica. Sono stati inoltre firmati 11 documenti interstatali, intergovernativi e interdipartimentali, dando un notevole impulso alla cooperazione bilaterale. Questi documenti abbracciano diverse aree, quali politica, sicurezza, economia, energia e cultura.
Gli esiti di questi incontri rappresentano un passo significativo verso un’interazione più stretta e approfondita tra Italia e Uzbekistan, segnalando un impegno concreto verso un’ampia collaborazione. Tra gli sviluppi chiave figurano l’efficace funzionamento del gruppo di lavoro intergovernativo italo-uzbeco sul commercio, la cooperazione economica e industriale e i crediti all’esportazione, nonché la creazione di una filiale Confindustria in Uzbekistan. Questo, insieme ai rapporti produttivi con organizzazioni come “SACE”, “SIMEST”, “Cassa Depositi e Prestiti”, “ICE”, “AICE”, “Unioncamere” e altre associazioni industriali e regionali, mette in mostra i crescenti legami economici.
Una partnership in crescita
La clausola della “nazione più favorita” tra i due Paesi sottolinea l’importanza attribuita a tali relazioni. Attualmente, l’Italia si posiziona come terzo partner commerciale dell’Uzbekistan nell’Unione Europea, seguendo Germania e Lituania. Nonostante le cifre attuali dell’interscambio siano relativamente modeste, superando di poco il mezzo miliardo di dollari all’anno, è evidente una forte tendenza al rialzo. Nel corso degli ultimi anni, il volume degli scambi è raddoppiato, registrando una crescita del 33% tra il 2021 e il 2022. Nei primi nove mesi dell’anno attuale, il commercio bilaterale ha raggiunto quasi i 390 milioni di dollari statunitensi, indicando ulteriori segnali di una partnership in crescita. Questi dati positivi suggeriscono che entrambi i Paesi stanno beneficiando dell’attuale dinamica delle relazioni commerciali e degli investimenti. La continua crescita potrebbe essere alimentata da fattori come la diversificazione delle partnership commerciali, l’implementazione efficace di accordi bilaterali e il rafforzamento della cooperazione economica.
Italy-Uzbekistan Business Forum, Roma, 6 giugno 2023. Foto – Investment Promotion Agency Under the Ministry of the Investments and Foreign Trade of the Republic of Uzbekistan
L’interesse degli investitori italiani nei riguardi del Paese centroasiatico è stato confermato dal forum commerciale congiunto tenutosi alla vigilia della visita del capo di Stato uzbeco a giugno, con la partecipazione di circa 300 rappresentanti dei circoli d’affari dei due Paesi, nonché dalla “tavola rotonda” tenutosi a Milano con la partecipazione del presidente Mirziyoyev e dei vertici delle principali aziende italiane. Il forum commerciale ha portato alla conclusione di accordi commerciali e di investimento per oltre 9 miliardi di euro, prevedendo la realizzazione di progetti di cooperazione nei settori dell’energia, della chimica del gas, del petrolio e del gas, della metallurgia, dell’industria chimica, tessile e dell’agricoltura.
Attualmente, in Uzbekistan operano 52 imprese con partecipazione di capitale italiano, di cui 33 joint ventures e 19 con capitale italiano al 100%. Il Ministero degli Investimenti e dell’Industria dell’Uzbekistan ha accreditato le rappresentanze di sei aziende italiane, nonché la Camera di Commercio “Italia-Uzbekistan”. Le principali aree di attività riguardano la produzione di zafferano, bevande analcoliche, vini, accessori per bottiglie, profumi, gelato, articoli di maglieria, beni di consumo, lavorazione di scarti di cotone, e servizi commerciali e intermediari.
Durante la visita del capo di Stato italiano a Tashkent, i leader di entrambi i Paesi hanno proposto la creazione di un più elaborato programma commerciale per intensificare le relazioni economiche. Hanno evidenziato la collaborazione con aziende italiane di spicco nei settori della metallurgia, dell’energia, dell’ingegneria elettrica e dell’agricoltura, sottolineando l’interesse dell’Uzbekistan a coinvolgere imprese italiane avanzate in progetti di modernizzazione dell’economia nazionale. Inoltre, riconoscendo l’importanza della promozione di relazioni dirette tra le regioni di entrambi i paesi, si è proposto di istituire un forum tra le regioni dell’Uzbekistan e dell’Italia, con il primo incontro previsto a Samarcanda il prossimo anno.
La cooperazione culturale e umanitaria ha occupato un ruolo centrale negli ultimi incontri ufficiali. Uzbekistan e Italia hanno conseguito risultati significativi negli ultimi anni in vari settori, tra cui turismo, cultura, arte, sport, archeologia e in particolare istruzione. Attualmente, corsi universitari dedicati all’insegnamento della lingua italiana sono attivi in Uzbekistan tramite le sedi dell’Università Politecnica di Torino e dell’Università di Pisa a Tashkent, coinvolgendo oltre 700 studenti. Allo stesso tempo, sono in fase di sviluppo progetti volti a formare insegnanti e a introdurre progressivamente l’insegnamento della lingua italiana nelle scuole. Le relazioni tra Roma e Tashkent si estendono anche all’innovazione e all’imprenditorialità giovanile, con l’ipotesi di lanciare un programma congiunto di supporto alle start-up tra i giovani in Uzbekistan.
Non è esagerato affermare che i legami culturali, che hanno radici storiche profonde, svolgono un ruolo significativo nello sviluppo della cooperazione italo-uzbeca.
L’importanza di chiamarsi “Uzbekistan”
Uzbekistan e Asia centrale, sia per motivi demografici che per ricchezza di risorse minerali, giocheranno un ruolo chiave per l’Italia e l’Europa in un’ottica di transizione energetica nell’immediato futuro. L’Uzbekistan è un Paese caratterizzato da una popolazione estremamente giovane, attualmente composta da 35 milioni di abitanti, con proiezioni che indicano un aumento a 50 milioni entro il 2030. La sua economia sta registrando una crescita significativa, e le previsioni indicano una crescita del 5,5% nel 2024. Da un punto di vista politico, gode di stabilità come repubblica presidenziale, con un presidente che ha avviato riforme specialmente in ambito economico.
L’economia, dominata da grandi gruppi industriali in larga parte controllati dallo Stato, è fortemente orientata all’estrazione, con l’80% della produzione generata dal settore minerario. L’Uzbekistan si posiziona al secondo posto tra i produttori di oro nell’area ex URSS (8° nel mondo) e di uranio (5° nel mondo), e al terzo posto per gas naturale e rame. La transizione energetica del Paese non si limiterà solo a nichel e cadmio, ma avrà un impatto significativo su settori chiave come rame e acciaio.
L’Uzbekistan è senza dubbio un Paese strategico in termini di partenariato, con enormi potenzialità. Per l’Italia, l’impegno con un Paese dell’Asia centrale che ha una notevole influenza regionale potrebbe rappresentare un punto di svolta nel rafforzare la propria presenza in un’area in cui Roma non è mai stata particolarmente attiva, ad eccezione di una fase di intensa collaborazione con il Kazakistan, sebbene limitata alle sole questioni energetiche. A questo proposito, Roma è interessata allo sviluppo stabile e sostenibile e promuove l’attivazione di una politica paneuropea in questa regione. La visita di Crosetto non solo è importante per il suo valore per le imprese nei due Paesi e il significato complessivo nel contesto delle relazioni bilaterali, ma serve anche come indicazione della volontà di entrambi gli attori di approfondire i loro legami nel campo della difesa. Uzbekistan e Italia condividono le stesse preoccupazioni su una serie di questioni di sicurezza internazionale, dalla lotta contro l’estremismo e il radicalismo religioso al terrorismo internazionale e altre minacce transnazionali. Per l’Italia, l’approfondimento dei legami di sicurezza con l’Uzbekistan può presentare anche opportunità in termini geopolitici.
Analogamente, l’Uzbekistan considera l’Italia un esempio di Paese industrialmente sviluppato con un’economia di mercato socialmente orientata. Questo spiega l’interesse di Tashkent nel promuovere progetti di cooperazione con le principali aziende italiane nei settori del commercio, degli investimenti, dell’alta tecnologia, dell’industria, dell’agricoltura e di altre industrie. In prospettiva, l’Uzbekistan potrebbe trarre vantaggio dal maggiore coinvolgimento italiano, attraendo investimenti esteri diretti e diversificando i suoi partner economici e commerciali, con l’effetto potenziale di mitigare l’influenza esercitata da Mosca e Pechino. Inoltre, Tashkent è interessata a rafforzare la cooperazione con l’Italia in contesti internazionali, visto il ruolo autorevole di Roma nei formati G7 e G20, potenzialmente contribuendo a portare all’attenzione pubblica le iniziative dell’Uzbekistan e degli altri paesi della regione, nonché il loro sostegno a livello globale.
Pertanto, il livello di comprensione reciproca e partenariato raggiunto finora tra Uzbekistan e Italia costituisce una solida base per il continuo successo del dialogo politico, economico e culturale, segnando l’inizio di una nuova fase di sviluppo nella cooperazione italiana. In questo contesto, la visita in Uzbekistan di Mattarella ha fornito un ulteriore impulso significativo a questo processo, confermando vivacemente l’impegno delle due parti per l’espansione globale e l’approfondimento di una duratura amicizia e partenariato strategico.
Luca Urciuolo