L’esito delle elezioni dello scorso 26 ottobre è stato contestato dalle opposizioni e dalla stessa presidente Zourabichvili, con l’accusa di brogli e irregolarità e brogli che dovranno essere confermati dall’OSCE. Intanto Tblisi si avvia verso la riconferma della sua politica estera, che con Sogno Georgiano al potere vede un bilanciamento tra le istanze europeiste e la vicinanza con l’ingombrante Russia. Cresceranno anche i rapporti con Turchia e Cina.
Sabato 26 ottobre la Georgia ha votato per eleggere l’11ª assemblea parlamentare, composta da 150 seggi. Le elezioni, le prime tenute con metodo proporzionale, hanno riconfermato il partito conservatore al governo, Sogno Georgiano (SG), che è riuscito ad ottenere la maggioranza assicurandosi il 54% dei voti. Le opposizioni, riunite nel Movimento Nazionale Unito (MNU), hanno ottenuto quasi il 38% dei voti, senza riuscire a mobilitare il proprio elettorato in maniera da poter reclamare la maggioranza parlamentare.
Al termine del suo terzo mandato e dopo dodici anni di governo, SG controlla effettivamente tutti i livelli di governo e la maggior parte delle istituzioni statali, inclusi i servizi di sicurezza, la magistratura e l’amministrazione elettorale. Nel corso del 2024, dopo aver ottenuto lo status di Paese candidato per l’adesione all’UE, SG e l’esecutivo hanno approvato una controversa legge sugli agenti stranieri e una legge discriminatoria nei confronti della comunità LGBT+, nonostante la decisa reazione di parte dell’opinione pubblica nazionale e le condanne dell’UE e Stati Uniti. Le più recenti tendenze autoritarie e conservatrici dell’esecutivo, accusato di guardare con favore alla Russia, minacciano di ostacolare le sue aspirazioni all’integrazione euro-atlantica – sebbene lo stesso SG si sia sempre dichiarato a favore dell’integrazione nell’UE.
Le accuse di irregolarità nel voto
Commentando gli esiti elettorali, la presidente georgiana filo-europeista Salome Zurabishvili ha tenuto un briefing in cui ha affermato che non avrebbe riconosciuto i risultati ufficiali delle elezioni, dichiarando che sono avvenute “così tante violazioni che era impossibile rilevarle tutte” e che il Paese è stato vittima di una ”operazione militare speciale russa”, una nuova tipologia di guerra ibrida condotta nei confronti del popolo georgiano a favore degli interessi russi [1]. Anche L’International Society for Fair Elections and Democracy (ISFED), un’organizzazione indipendente di monitoraggio elettorale fondata in Georgia nel 1995, ha riferito [2] di aver documentato numerose violazioni e casi di violenza in prossimità di diversi seggi. L’ex presidente Mikhail Saakashvili, attualmente in carcere, ha poi lanciato un appello in favore di manifestazioni di massa che dimostrino il dissenso del popolo per l’esito delle elezioni. Dietro convocazione delle opposizioni unite, lunedì 28 ottobre le strade di Tbilisi si sono riempite di manifestanti, che sventolando le bandiere europee contestavano l’esito elettorale.
Diverse missioni di monitoraggio internazionali hanno sollevato criticità rispetto al corretto svolgimento delle operazioni di voto. Alla conferenza stampa di presentazione del report sui “Risultati e Conclusioni Preliminari” della missione di monitoraggio internazionale OSCE-ODIHR a Tbilisi, il senatore francese Pascal Allizard, coordinatore speciale dell’OSCE, ha espresso preoccupazione per l’acquisto di voti, l’uso sbilanciato delle risorse finanziarie, un clima di campagna elettorale divisivo e recenti modifiche legislative, considerati elementi critici durante tutto il processo elettorale. In seguito, Antonio López-Istúriz White, a capo della delegazione del Parlamento europeo, ha aggiunto che, durante la campagna, il partito di governo ha utilizzato una retorica anti-occidentale, prendendo di mira l’Unione Europea e promuovendo disinformazione russa.
López-Istúriz ha espresso profonda preoccupazione per l’arretramento democratico in Georgia, evidenziato dalle irregolarità riscontrate durante le elezioni, e denunciato un sistema orchestrato di manipolazione e intimidazione che rischia di compromettere il processo politico. La missione congiunta di OSCE, Parlamento europeo, Consiglio d’Europa e NATO ha dispiegato circa 500 osservatori su tutto il territorio nazionale. La valutazione conclusiva di questa missione internazionale di monitoraggio richiederà alcuni mesi, con il team principale, guidato da Eoghan Murphy, che lascerà il paese il 4 novembre.
Nel frattempo, l’attenzione è sulle forme di protesta che l’opposizione deciderà di sollecitare tra la popolazione e su quali ricorsi legali verranno presentati alle corti d’appello per contestare i risultati elettorali. Secondo il rapporto preliminare [3] dell’OSCE-ODIHR, i meccanismi di risoluzione delle controversie elettorali mancano di fiducia, sia da parte degli osservatori internazionali che di numerosi cittadini georgiani. La legge consente ai concorrenti e agli osservatori di presentare reclami elettorali; tuttavia, i cittadini possono contestare solamente la propria registrazione al voto. Sebbene alcune scadenze per la risoluzione delle controversie siano state estese, il processo rimane inefficace e privo di trasparenza, poiché la maggior parte dei reclami è gestita dai presidenti delle commissioni piuttosto che dalle intere commissioni. Prima delle elezioni, sono stati presentati 217 reclami, ma molti di essi sono stati respinti in assenza di un’adeguata indagine.
Le reazioni internazionali
Le segnalazioni degli organismi di monitoraggio elettorale sono state accolte dai principali leader occidentali. Il presidente del Consiglio UE Charles Michel ha sollecitato una rapida inchiesta per chiarire le ipotesi di irregolarità nelle votazioni e ha chiesto a Sogno Georgiano di mantenere il proprio cammino verso l’integrazione europea [4]. Il Segretario di Stato statunitense, Anthony Blinken, ha riconosciuto l’esito del voto, ma ha comunque affermato che “gli osservatori internazionali non hanno dichiarato che il risultato è stato libero e giusto”. Blinken ha quindi ribadito che l’esecutivo deve ora rispettare comunque lo Stato di diritto, abrogare la legislazione che mina le libertà fondamentali relativamente ai diritti universali, affrontare le carenze del processo elettorale e continuare nel processo di integrazione euro-atlantico [5].
Da parte sua la Russia, tramite la portavoce del Ministero degli Esteri, rivolgendosi alla presidente Zurabishvili, ha rigettato ogni accusa di interferenza nelle elezioni, mettendo comunque in dubbio il futuro europeo della nazione caucasica a seguito dell’esito delle elezioni in considerazione delle politiche euro-atlantiche che hanno “fatto crollare l’economia, […] oltre a inondarla di migranti” [6].
Integrazione europea o no? La “diversificazione equilibrata”
Al netto delle speculazioni, SG dovrebbe proseguire nella propria linea politica internazionale nel solco di una «diversificazione equilibrata», perseguendo il rafforzamento delle relazioni con Russia e Cina e tentando, allo stesso tempo, di bilanciare quelle con l’UE e gli USA.
Sembra inverosimile che le relazioni diplomatiche formali con la Russia vengano ristabilite del tutto, almeno nel breve termine. L’occupazione russa di Abkhazia e Ossezia del Sud rimane un nodo irrisolto, e la maggior parte dei georgiani rimane a favore dell’adesione all’Unione Europea (81%) e alla NATO (73%) – argomenti su cui lo stesso SG si è dimostrato a favore in passato.
Ultimamente, SG ha adottato un approccio più moderato per evitare azioni che possano provocare Mosca sul suo fianco meridionale. SG vuole infatti aumentare la cooperazione economica con la Russia negli ambiti energetico ed agroalimentare, cercando al contempo di capitalizzare le opportunità di riesportazione di componenti «dual use» a fini militari verso la Federazione per aggirare le sanzioni internazionali – la nazione difatti non ha aderito a nessuna delle sanzioni occidentali imposte verso il Cremlino.
Nel frattempo, il coinvolgimento imprenditoriale della Cina nella costruzione di infrastrutture, in particolare nella costruzione del porto marittimo di Anaklia, dovrebbe aiutare Pechino, mossa da considerazioni geoeconomiche piuttosto che geopolitiche, ad affermarsi progressivamente come attore rilevante nel Mar Nero.
Le relazioni con l’Occidente potrebbero deteriorarsi ulteriormente, a seconda della situazione post-elettorale e della severità della risposta che le potenze occidentali adotteranno nel futuro prossimo nei confronti di Tbilisi. Nel confronto con l’Occidente il processo di integrazione con Bruxelles – momentaneamente congelato a causa delle leggi ritenute antidemocratiche adottate nel 2024 – necessita dunque di una revisione sostanziale dell’impianto normativo oggetto delle critiche mosse dall’UE, che rimane a tutti gli effetti il principale partner commerciale della Georgia. Resta da vedere quanto SG sia propenso a seguire questa strada.
L’UE e gli USA potrebbero non riconoscere i risultati se le elezioni si dimostrassero fortemente indiziate di brogli, e Bruxelles potrebbe formalmente revocare lo status di candidato UE della Georgia, imporre sanzioni su singoli funzionari, membri del governo o entità giuridiche georgiane e tagliare gli aiuti finanziari.
Ciò probabilmente spingerebbe la Georgia ad avvicinarsi alla Turchia e all’Azerbaigian, limitando le capacità di penetrazione dell’Occidente nel Caucaso meridionale. SG, anche per unire il fronte interno, potrebbe accusare l’Occidente di fomentare un cambio di governo, allontanandosi progressivamente dalla cooperazione euro-atlantica, tentando di allacciare legami commerciali e politici più stretti con la Cina, la Ankara e, in minor misura, con la Russia.
Complessivamente, tuttavia, la prospettiva di un distacco netto dall’Occidente rimane improbabile, e lo stesso Occidente potrebbe decidere di mantenere il dialogo con la Georgia nella speranza che i partiti filo-occidentali salgano al potere alle elezioni del 2028.
Eugenio Delcroix e Fabrizio Furlani
[1] https://x.com/CharlesMichel/status/1850575679248593036 ;
[2] https://www.state.gov/georgia-parliamentary-elections/
[3] https://www.mk.ru/politics/2024/10/28/zakharova-obratilas-k-prezidentu-gruzii-posle-ee-slov-o-evropeyskom-budushhem.html
[4] https://civil.ge/archives/631657
[5] “Ballot stuffing, ejecting observers, voter control – What election day was like in Georgia.” JAMNews, https://jam-news.net/what-happened-in-georgias-elections/.
[6] “Georgia, Parliamentary Elections, 26 October 2024: Statement of Preliminary Findings and Conclusions.” OSCE.org, Ottobre 2024, https://www.osce.org/odihr/elections/georgia/579346.