Le fasi della conquista di Vuhledar spiegano modalità e obiettivi correnti della guerra russa. Le perdite di Mosca e il tentativo di mascherarle. Il ruolo dei soldati nordcoreani.
Vuhledar, città mineraria nell’oblast di Donetsk, rappresenta per Mosca una conquista particolarmente significativa. I motivi sono molteplici, ma prima di analizzarli è bene avere chiaro come – e soprattutto, quanto rapidamente – la città è caduta in mano russa.
Ad agosto, grazie alle offensive ucraine, la zona di Vuhledar beneficiava di un periodo di relativa calma. Verso la fine del mese, però, la situazione è mutata drasticamente. Dopo essersi riorganizzato, l’esercito russo ha dato il via ad una serie di pesanti bombardamenti sulla città, una mossa che, secondo il Maggior Generale della Bundeswehr Christian Freuding, aveva come obiettivo quello di concentrarsi sul fronte orientale dopo l’offensiva di Kursk. Da quel momento, le forze russe hanno iniziato ad avanzare implacabilmente verso Vuhledar: se già il primo settembre le miniere di carbone situate a nord-est della città risultavano occupate dai russi, nell’arco di una ventina di giorni l’esercito di Mosca è riuscito ad occupare il villaggio di Prechystivka, rendendo evidente il definitivo accerchiamento della città. Dall’isolamento di quest’ultima – e dall’interruzione della catena di approvvigionamento ucraina – non è passato molto tempo prima che il governatore dell’oblast’ del Donec’k annunciasse, il primo ottobre, la presenza di truppe russe nel centro cittadino. Appena due giorni dopo, l’agenzia di stampa russa TASS ha comunicato la presa della città.
Per Mosca, Vuhledar rappresenta una conquista non solo strategica, ma anche politica. Dall’inizio della guerra, la città è stata nel mirino di Mosca per tutto ciò che essa rappresentava per Kiev: un importante bastione proteso sul fronte orientale – da cui l’esercito ucraino poteva attaccare le linee di rifornimento russe – e, soprattutto, un baluardo della resistenza ucraina. Per più di due anni, infatti, Vuhledar è stata la roccaforte del fronte orientale, teatro di violenti scontri come quelli avvenuti nel febbraio 2023, in cui sono stati impiegati centinaia di carri armati e veicoli da trasporto truppe (ritenuti fra i più grandi che si siano mai visti negli ultimi decenni). Purtroppo per Kiev, la riorganizzazione russa ha messo in crisi la difesa della città. Con la progressiva e inarrestabile conquista degli insediamenti circostanti, l’esercito russo è riuscito a chiudere Vuhledar in una morsa, portando alla sua capitolazione nel giro di poche settimane.
Eppure, per quanto tale conquista sia avvenuta in tempi relativamente rapidi, è bene fare qualche precisazione. L’offensiva russa di fine agosto – quella che ha dato il via all’avanzata su Vuhledar – poteva avvenire, di fatto, molto prima: a ritardarla, è stata l’offensiva ucraina di Kursk, che ha ridotto notevolmente il rateo dei bombardamenti d’artiglieria (passato da 10:1 a 3:1). Con un’artiglieria fortemente ridotta e la mancanza di una netta superiorità aerea, le forze russe sono state costrette a concentrarsi su poche offensive per volta. Tra queste, però, quella di Vuhledar è stata prioritaria.
Sebbene la conquista della città abbia richiesto appena un mese, sarebbe errato pensare che l’avanzata russa sia avvenuta senza particolari ostacoli. La conquista della città, di fatto, è costata moltissimo. BBC Russia riporta che, da sole, la 155° e la 40° brigata fanteria di marina delle guardie russe avrebbero perso, fra morti e feriti, circa 2100 uomini, pari a circa il 40% dei loro componenti. A questo proposito, è interessante conoscere – soprattutto per la sua “tempestività” – la nuova legge di Mosca riguardante il calcolo del saldo demografico russo. A fine settembre, il Cremlino ha deciso infatti di sospendere lo studio fino al 2029. Azione che fa sospettare un mascheramento del conteggio dei soldati deceduti durante tutta l’invasione russa dell’Ucraina.
L’avanzata, però, continua. La previsione che si può fare è che i russi si muoveranno in fretta prima dell’arrivo delle grandi piogge, un fattore che limiterà molte manovre. Per Ruslan Muzychuk, portavoce della guardia nazionale ucraina, i russi hanno incrementato l’utilizzo di mezzi armati sia verso Kharkiv che Pokrovsk. Molte attività meccanizzate si sono concentrate già dalla fine di settembre di quest’anno sull’asse Kupyansk-Svatove-Kreminna. Nonostante i probabili problemi con la stagione invernale, però, pare che le forze russe non fermeranno la propria spinta offensiva. È nel contesto di queste mosse imminenti che emerge la presenza di soldati nordcoreani. Già nel mese di giugno sono stati individuati, nel Donec’k, alcuni membri del genio militare nordcoreano: sei di questi sono rimasti uccisi in un raid missilistico ucraino il 3 ottobre 2024. Secondo il ministro della Difesa sudcoreano Kim Yong-Hyun, la presenza dei militari di Pyongyang non si arresterà nel breve termine. Ciò che ne consegue, dal punto di vista militare, è il possibile incremento del ricorso ai missili balistici nordcoreani KN-23 – già utilizzati nell’inverno e nel giugno di quest’anno – e lo schieramento di soldati nordcoreani.
Particolare attenzione, poi, dovrebbe essere prestata alla regione di Kursk. Secondo il Ministero della Difesa russo, i villaggi di Pokrovski e Novaja Sorochina sarebbero stati riconquistati grazie all’intervento di diverse brigate aerotrasportate. È evidente che l’offensiva ucraina aveva lo scopo di attirare l’attenzione lontano dal fronte orientale, ma non stravolgerà le sorti del conflitto. I russi si stanno riappropriando, anche se lentamente, degli insediamenti perduti, data anche la mancanza di un obiettivo tattico concreto per gli ucraini nella zona. Il progetto, in questo caso, potrebbe essere quello di replicare l’idea del bastione e trasformare la regione in un’altra trappola. Qui l’esercito di Kiev subisce il fuoco russo, ma una ritirata dalla regione non sembra essere nei piani.
Per quanto riguarda Vuhledar, invece, è chiaro che la conquista della città costituisca un importante passo in avanti per l’avanzata russa. Tuttavia, è ancora presto per poter affermare che il passo successivo – l’occupazione definitiva di Chasiv Yar – avverrà a breve. Numerose sfide attendono ancora i soldati russi.
Francesco Federici
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