L’ex premier dell’Estonia sarà da dicembre Alto Rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea. Sfide e prospettive di un incarico arrivato in uno dei momenti più delicati della storia comunitaria (e globale).
Dopo un’importante carriera politica che l’ha portata dal Parlamento estone a quello europeo, fino all’incarico di primo ministro della Repubblica d’Estonia, a dicembre Kaja Kallas assumerà ufficialmente il ruolo di Alta Rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune dell’Unione Europea. Il passaggio di testimone avviene in un momento storico particolarmente delicato per l’Unione, segnato della guerra in Ucraina, dai drammatici sviluppi del conflitto israelo-palestinese e dalla recente rielezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti. Queste trasformazioni globali definiscono le priorità politiche che guideranno l’ex premier estone, nonché le principali sfide che plasmeranno il suo mandato quinquennale.
Sostegno all’Ucraina: un impegno cruciale
Per Kaja Kallas sarà assolutamente vitale mantenere – e, se possibile, incrementare – il supporto politico e militare europeo all’Ucraina, oltre che a sostenerne il complesso percorso di adesione all’Unione Europea. Già da prima dell’inizio dell’invasione russa su larga scala in Ucraina nel febbraio 2022, Kallas si è distinta nel panorama politico internazionale come una delle voci più autorevoli a favore di aspre misure contro la Federazione Russa, nonché a supporto dell’invio di ingenti aiuti militari e umanitari all’Ucraina.
Nel corso di quest’anno, l’ex premier estone ha anche proposto che tutti gli Stati membri del “Ramstein Compact” (un’alleanza composta da 57 Paesi e dall’Unione Europea per supportare la difesa dell’Ucraina attraverso l’invio di equipaggiamenti militari in risposta all’invasione su larga scala della Russia nel 2022) destinino lo 0,25% del PIL al supporto alla difesa ucraina nel corso dei prossimi quattro anni. Parallelamente, alla guida del governo estone, ha intensificato gli sforzi per contrastare l’evasione russa delle sanzioni occidentali, arrivando ad approvare l’uso dei beni congelati russi per risarcire l’Ucraina dei danni di guerra.
Alla base di queste posizioni vi è la radicata convinzione che il conflitto vada risolto a condizioni politiche giuste. Secondo Kallas, infatti, una pace immediata tra Ucraina e Federazione Russa sarebbe certamente auspicabile, ma non a costo di lasciare Mosca impunita per l’invasione dell’Ucraina e l’occupazione violenta dei suoi territori. A suo avviso, una simile concessione verrebbe interpretata dal presidente russo Vladimir Putin come un segnale di debolezza, ribadendo davanti alla comunità internazionale che l’invasione di uno Stato sovrano non comporta conseguenze significative per l’aggressore.
Foto: Ufficio presidenziale dell’Ucraina
La Cina: sempre più rivale, sempre meno partner
Kallas ha una posizione molto più dura verso Pechino rispetto all’Alto Rappresentante uscente Josef Borrell. Già nel 2020, l’ex premier estone si disse favorevole ad una postura europea più forte nei confronti della Cina, criticando il mancato rispetto dei diritti umani da parte del governo cinese nello Xinjiang e supportando l’adozione di norme volte a ridurre l’influenza delle compagnie cinesi nell’Unione. Un anno dopo, Kallas incoraggiò i leader europei a creare un progetto infrastrutturale che fosse capace di sfidare la Belt and Road Initiative.
Di fatto, il rafforzamento nel tempo del legame politico tra Pechino e Mosca ha contribuito a cambiare la prospettiva di Kallas. Dal 2019 la posizione ufficiale dell’Unione Europea è stata quella di considerare la Cina come “partner, concorrente economico, e rivale sistemico.” Eppure, dalla fine dello scorso ottobre, Kallas ha assunto un tono decisamente più critico nei confronti della Repubblica Popolare Cinese. Senza fare alcun riferimento al partenariato tra le due parti, ha invece sottolineato la problematicità dell’alleanza politica tra Pechino e Mosca, nonché gli squilibri strutturali tra UE e Cina dovuti a pratiche scorrette, concorrenza sleale e condizioni commerciali asimmetriche imposte da quest’ultima. Ciononostante, nelle fasi iniziali del conflitto russo-ucraino nel 2022, Kallas riconobbe che, data la gravità della minaccia rappresentata dalla Russia, non si poteva permettere che la Cina diventasse “il nostro avversario”, dimostrando una volontà di non chiudere completamente il dialogo con Pechino.
Incertezza sulla questione israelo-palestinese
In un documento ufficiale, pubblicato a fine ottobre 2024 in risposta ad un questionario ufficiale del Parlamento Europeo, Kallas non ha mai menzionato esplicitamente né Israele, né la Palestina, riferendosi genericamente alla “crisi in Medio Oriente.” A differenza delle posizioni nette espresse da molti sul conflitto russo-ucraino e la rivalità strategica con la Cina, l’ex premier estone ha finora mantenuto un basso profilo sulla questione israelo-palestinese.
Durante il suo mandato come capo di governo dell’Estonia, Kallas ha sempre sostenuto il diritto di Israele all’autodifesa, dichiarando al contempo come tale diritto dovesse essere esercitato “risparmiando vite innocenti ed aderendo alle norme del diritto internazionale.” Inoltre, dagli eventi del 7 ottobre 2023 in poi, l’Estonia ha incrementato gli aiuti umanitari a Gaza, continuando a sostenere la soluzione dei “due popoli e due Stati” ed invocando la necessità di un cessate il fuoco. Sotto la sua guida, l’Estonia ha sostenuto anche una risoluzione dell’Assemblea Generale dell’ONU per cambiare lo status della Palestina nell’Organizzazione da osservatore a Paese membro, al contrario di Stati Uniti, Italia, Germania, Olanda e Regno Unito.
Kallas non ha mai rivolto critiche a Israele simili a quelle mosse dal suo predecessore. Borrell, infatti, ha spesso messo in luce le violazioni del diritto internazionale compiute da Israele, proponendo sanzioni contro i suoi ministri più estremisti. Su questo, Kallas sembra essere più vicina alle posizioni di Ursula Von Der Leyen, la quale appare molto più accomodante nei confronti di Israele – e, per questo, duramente criticata.
Cosa aspettarsi dal mandato di Kaja Kallas?
Come Alta Rappresentante, Kallas proverà a favorire il supporto degli Stati membri per l’integrità territoriale e la piena indipendenza politica dell’Ucraina, nonché a facilitare il suo percorso di adesione all’UE, cercando di armonizzare le diverse – e spesso conflittuali – posizioni all’interno dell’Unione stessa. Tuttavia, sarà importante considerare gli effetti sulla politica estera statunitense della recente rielezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, la quale potrebbe influire significativamente sulle sorti del conflitto in Ucraina e, di conseguenza, ridefinire le posizioni delle principali capitali europee a riguardo.
La sfida geopolitica rappresentata dalla Cina sarà inevitabilmente un’altra priorità per Kallas, la quale sembra considerare la Cina più come pericoloso rivale sistemico che come partner commerciale. Tuttavia, la definizione di una nuova strategia comune dell’UE verso la Cina dipenderà non tanto da lei, quanto dalla Commissione Europea nel suo complesso e dalle decisioni dei singoli Stati membri, che spesso antepongono i propri interessi nazionali all’unità europea su temi cruciali di politica estera. A discapito dell’intesa europea su priorità e obiettivi comuni, che rischia di rimanere più un’aspirazione che una realtà.
Per quanto riguarda il conflitto israelo-palestinese, è improbabile che l’UE abbandoni il supporto formale alla soluzione dei due Stati, ribadita quest’estate dal Consiglio Europeo. Seppure in passato non abbia preso una posizione decisa a riguardo, il nuovo ruolo istituzionale richiederà a Kallas un’ottima capacità di mediazione tra le diverse posizioni tra gli Stati membri su una situazione alquanto complicata, sostenendo i principi fondamentali del diritto dell’Unione Europea ed evitando al contempo accuse di doppio standard. Kallas ha garantito agli Stati membri dell’UE di voler dedicare la massima priorità alla questione israelo-palestinese; nel frattempo, con il mandato istituzionale di Borrell alle battute finali, le personalità istituzionali europee più vicine ad Israele – inclusa Von der Leyen – potrebbero esercitare una maggiore influenza sulla politica estera dell’Unione in tale ambito.
Con la nomina di Kallas la carica di Alto Rappresentante verrà ricoperta per la prima volta da una personalità politica con esperienza di governo. Tuttavia, l’Unione Europea continua ad avere profonde difficoltà nel definire una politica estera e di sicurezza veramente comune e condivisa, nonché ad agire come singolo attore geopolitico.
Sebbene non possa da sola affrontare un problema di simile portata, Kaja Kallas è nella posizione di giocare un ruolo decisivo all’interno della politica comunitaria nei prossimi 5 anni, portando avanti un’agenda politica più incisiva soprattutto nel contesto della guerra russo-ucraina e dando un’impronta personale al ruolo di Alto Rappresentante. Nonostante ciò, l’ex premier estone appare consapevole di dover affrontare numerose questioni politiche che vanno oltre la Federazione Russa. A tal fine, Kallas dovrà dimostrare una leadership istituzionale a 360 gradi, tenendo in considerazione le priorità strategiche di tutti gli Stati membri e navigando in un contesto politico globale estremamente sfaccettato.
Alessandro Vitiello