L’Armenia, un tempo alleato principale di Mosca nel Caucaso meridionale, sta da tempo cercando di diversificare il proprio posizionamento internazionale. La partnership con Bruxelles e Washington è in evoluzione, ma le relazioni con la Russia rimangono fondamentali, anche alla luce del recente accordo di pace con l’Azerbaigian.
Negli ultimi anni, l’Armenia ha intrapreso un processo di riposizionamento geopolitico, allontanandosi progressivamente dalla sfera d’influenza russa per rafforzare i rapporti con l’Unione Europea e gli Stati Uniti. La ricerca di una politica estera multivettoriale è stata spinta dalla crescente delusione nei confronti della Russia, storicamente il suo principale alleato, legata al mancato sostegno di Mosca nei momenti critici per Yerevan e intensificata con l’invasione russa dell’Ucraina.
Nel 2024, infatti, il governo armeno ha sospeso la partecipazione all’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO), l’equivalente russo della NATO, accusando Mosca e gli altri membri di non aver rispettato gli obblighi del trattato. Questa inazione è stata particolarmente evidente durante la Seconda Guerra del Nagorno-Karabakh, quando l’Azerbaigian riconquistò parte del territorio conteso senza che il CSTO intervenisse1.
Sebbene questo cambiamento possa aprire nuove prospettive di sicurezza e stabilità, comporta anche sfide significative, poiché l’Armenia rimane ancora dipendente economicamente e militarmente dalla Russia e al tempo stesso lontana da una pace duratura con l’Azerbaigian, nonostante i recenti sviluppi in direzione di un fragile accordo di pace2 tra i due Paesi.
Le relazioni tra Armenia e Unione Europea
All’inizio di febbraio 2025, il parlamento armeno ha approvato un disegno di legge per avviare il processo di adesione all’Unione Europea, in risposta a una petizione che ha raccolto più di 50.000 firme. Tuttavia, come dichiarato dal Primo Ministro Nikol Pashinyan, la legge rappresenta solo il primo passo, poiché la decisione dovrà essere sottoposta a un referendum nazionale3. Il processo di adesione all’UE è lungo e complesso e può durare decenni, poiché i Paesi candidati devono soddisfare i criteri dell’Unione Europea in vari settori, tra cui le istituzioni democratiche, il sistema giudiziario e i diritti fondamentali. I negoziati sono strutturati in 31 capitoli suddivisi in sei cluster tematici, con il capitolo sui principi fondamentali che viene aperto per primo e chiuso per ultimo4.

Negli ultimi dieci anni, le relazioni tra Armenia e Unione Europea hanno attraversato alti e bassi a causa di dinamiche geopolitiche mutevoli e cambiamenti politici interni. Un punto di svolta cruciale è stato il 2013, quando l’Armenia ha rifiutato l’Accordo di Associazione (AA) con l’Unione Europea, che includeva un Accordo di Libero Scambio Globale e Approfondito (DCFTA), optando invece per l’adesione all’Unione Economica Eurasiatica (EEU) guidata dalla Russia. Dopo quattro anni di intensa negoziazione, l’accordo saltò inaspettatamente con l’annuncio dell’allora presidente armeno Serzh Sargsyan5: la decisione fu una doccia fredda per Bruxelles, che al tempo aveva sottovalutato la profonda dipendenza economica e militare dell’Armenia dalla Russia. La scelta dell’Armenia è stata infatti dettata dal timore di perdere le garanzie di sicurezza russe contro l’Azerbaigian, oltre che dalle storiche tensioni con la vicina Turchia. Tuttavia, il calcolo di Sargsyan ha impedito proprio il miglioramento dei rapporti con Ankara, poiché l’Unione Europea avrebbe potuto utilizzare il DCFTA per sollecitare la Turchia a riaprire il confine con l’Armenia6. Inoltre, a livello nazionale, l’Armenia ha perso un’opportunità cruciale per rafforzare le proprie istituzioni democratiche.
Dopo questa brusca sterzata verso l’EEU, le relazioni tra Armenia e Unione Europea sono entrate in una fase di “pausa strategica”, riprendendo nell’ottobre 2014 con l’individuazione di nuove aree di cooperazione e culminando nella firma dell’Accordo di Partenariato Globale e Rafforzato (Comprehensive and Enhanced Partnership Agreement CEPA) nel 2017. Sebbene meno ambizioso dell’AA, il CEPA tiene conto delle restrizioni imposte dall’adesione dell’Armenia all’EEU e riflette un approccio più flessibile dell’Unione Europea all’interno della Politica Europea di Vicinato (ENP)7. I rapporti tra Armenia e Unione Europea hanno ricevuto un ulteriore slancio con la Rivoluzione di Velluto nel 2018, che ha portato alla destituzione pacifica del presidente Serzh Sargsyan e all’ascesa del leader dell’opposizione Nikol Pashinyan8. Sebbene Pashinyan non abbia inizialmente messo in discussione i legami con la Russia, il vasto sostegno popolare di cui godeva ha incoraggiato l’UE ad aumentare il proprio supporto alle riforme democratiche armene9.
Nel frattempo, le garanzie di sicurezza fornite dalla Russia all’Armenia si sono rivelate sempre più fragili. Ciò è risultato evidente durante la guerra con l’Azerbaijan nel 2020 e l’offensiva azera nel 2023, che ha portato alla conquista del Nagorno-Karabakh e all’esodo massiccio della popolazione armena della regione. Il mancato intervento della Russia a difesa dello status quo, mediato proprio da Mosca nel 2020, ha alimentato una crescente disillusione nella leadership e nella popolazione armena nei confronti del tradizionale alleato. La volontà dell’Armenia di diversificare la propria politica estera si è poi ulteriormente consolidata con l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022, che ha costretto la Russia a concentrare le proprie risorse sul fronte occidentale, riducendo la sua presenza nel Caucaso meridionale10.
La crescente collaborazione con gli Stati Uniti
In questo contesto si aggiunge il rafforzamento delle relazioni con gli Stati Uniti, che ha portato alla firma di una partnership strategica11 tra i due Paesi in data 14 gennaio 2025. L’accordo, che include consultazioni bilaterali sulla sicurezza, amplia la cooperazione nella difesa e pone al centro temi chiave come la diversificazione energetica e la collaborazione nell’energia nucleare civile. In particolare, la chiusura prevista della centrale di Metsamor dopo il 2036 potrebbe portare a una significativa collaborazione con gli Stati Uniti per lo sviluppo di un nuovo reattore, riducendo ulteriormente l’influenza russa nell’ambito energetico12.
Di fronte al tentativo armeno di diversificare le proprie alleanze, Mosca ha reagito in maniera cauta: il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che Yerevan è libera di stabilire rapporti con qualsiasi altro Paese, inclusi gli Stati Uniti, ma ha anche sottolineato l’importanza delle relazioni storico-strategiche tra Armenia e Russia, cercando di minimizzare il rischio di una rottura definitiva13. Nonostante questa retorica diplomatica, la risposta di Mosca è indicativa della crescente preoccupazione per l’allontanamento dell’Armenia dalla propria orbita.

A livello economico, la crescente cooperazione con gli Stati Uniti rappresenta un rischio concreto per l’Armenia, poiché Mosca potrebbe attuare ritorsioni economiche come il congelamento di progetti congiunti o l’introduzione di sanzioni che penalizzerebbero le esportazioni e i flussi finanziari verso l’Armenia. Le misure punitive da parte della Russia potrebbero avere conseguenze devastanti sull’economia armena, che continua a dipendere in gran parte dal commercio con i membri dell’EEU. Inoltre, la dipendenza dell’Armenia dagli Stati Uniti per sicurezza e assistenza economica non offre garanzie immediate, considerando l’incertezza politica e il ritorno dell’amministrazione Trump alla Casa Bianca. La presidenza Trump, che presumibilmente eserciterà nuovamente massima pressione sull’Iran e manterrà un atteggiamento vigile sul suo programma nucleare, potrebbe mettere in difficoltà l’Armenia, che vede l’Iran come un alleato chiave nella sua politica estera. L’eventuale inasprimento delle relazioni tra Washington e Teheran creerebbe una situazione complicata per Yerevan, costringendo l’Armenia a navigare tra alleanze contrapposte in un contesto geopolitico sempre più teso. Inoltre, l’orientamento di Trump verso un possibile rafforzamento delle relazioni con l’Azerbaigian, in particolare dopo la guerra del Nagorno-Karabakh del 2020, potrebbe ulteriormente complicare la posizione strategica dell’Armenia.
Il progressivo avvicinamento dell’Armenia all’Occidente rappresenta un tentativo di affrancarsi dall’influenza russa e di costruire nuove alleanze strategiche con l’Unione Europea e gli Stati Uniti. Tuttavia, questa transizione non sarà né semplice né immediata. L’Armenia deve affrontare ostacoli strutturali, come la sua adesione all’EEU e la distanza geografica dall’Europa, aggravata dalla chiusura del confine con la Turchia. Le trattative di pace con l’Azerbaigian sono volte proprio ad facilitare la reintagrazione nella comunità internazionale, ma la richiesta azera di modificare la costituzione armena potrebbe minarne le basi. Nel frattempo, la cooperazione tra Armenia e Unione Europea dovrà concentrarsi sull’attuazione del CEPA e sulla stabilità regionale. Solo con una strategia a lungo termine ben definita, il Paese potrà affrontare con successo le sfide geopolitiche ed economiche del futuro.
Antonella Aloia e Virginia Gatto
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https://eurasianet.org/armenian-pm-insists-country-has-irrevocably-broken-with-the-russia-led-csto ↩︎
Sharipzhan, M. (2025). Armenia, Azerbaijan Finalize Peace Agreement But Hurdles Remain
https://www.rferl.org/a/armenia-azerbaijan-peace-agreement-karabakh-hurdles-obstacles/33346732.html ↩︎
Jochecova, K. (2023). Armenia takes step toward EU membership bid, Politico. Disponibile su:
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https://enlargement.ec.europa.eu/eu-accession-process-step-step-0_en ↩︎
European Parliament (2018). Comprehensive and Enhanced Partnership Agreement with Armenia. Disponibile su:
https://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/ATAG/2018/623565/EPRS_ATA(2018)623565_EN.pdf ↩︎
Shirinyan, A. (2019). Armenia’s Foreign Policy Balancing in an Age of Uncertainty, Russia and Eurasia Programme, Chatham House. Disponibile su:
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Gasparyan, K. (2017). Armenia’s European path: What to expect?, EVN Report. Disponibile su: https://evnreport.com/politics/armenias-european-path-what-to-expect/ ↩︎
Giragosian, R. (2019). Paradox of Power: Russia, Armenia, and Europe after the Velvet Revolution, European Council on Foreign Relations (ECFR). Disponibile su: https://ecfr.eu/publication/russia_armenia_and_europe_after_the_velvet_revolution/ ↩︎
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Dumoulin, M. Gressel, G. (2023). The war of opportunity: How Azerbaijan’s offensive against Nagorno-Karabakh is shifting the geopolitics of the South Caucasus, European Council on Foreign Relations (ECFR). Disponibile su: https://ecfr.eu/article/the-war-of-opportunity-how-azerbaijans-offensive-against-nagorno-karabakh-is-shifting-the-geopolitics-of-the-south-caucasus/ ↩︎
https://am.usembassy.gov/charter-on-strategic-partnership-between-the-united-states-of-america-and-the-republic-of-armenia/ ↩︎
https://arka.am/en/news/technology/pashinyan_says_installing_modular_nuclear_reactor_in_armenia_is_politically_interesting/ ↩︎- https://news-pravda.com/world/2025/01/14/976347.html ↩︎