La partita sul futuro dell’ambiente e degli ecosistemi naturali si gioca a livello globale. Sfruttamento intensivo delle risorse, inquinamento, disastri naturali ed errori umani coinvolgono tutti i paesi del mondo.
La sfida ecologica nello spazio post-sovietico si districa tra gli errori e le complicate eredità del regime comunista e gli spazi sconfinati di cui prima l’URSS, ora principalmente la Russia, dispongono. Terreni che rappresentano sia un potenziale di crescita e ricchezze naturali enorme, sia l’opportunità di celare nuovi tentativi o fallimenti.
Testimone di errori storici e tragedie attuali (dall’Arala Chernobyl, fino alla recente Siberia) lo spazio post-sovietico si ritrova a fronteggiare la sfida climatica e dell’inquinamento partendo da una situazione di svantaggio, dovuta anche a carenze strutturali mai colmate.
Come visto, nemmeno gli sterminati spazi incontaminati della Siberia sono esenti dal mutamento climatico e dalle catastrofi naturali.
Che cosa fa l’uomo? A livello globale ben poco; a livello regionale ancora meno. Impianti inquinanti, obsoleti e difettosi affliggono gravemente la qualità della vita umana e degli ecosistemi di molte regioni delle Repubbliche ex-URSS, che in generale non sembrano molto preoccupate dalla gravità della situazione.
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