La fede ortodossa e le sue tante Chiese: un fronte ampissimo che spazia dai Balcani al Circolo Polare Artico, dal Vicino Oriente all’Asia centrale. In mezzo, milioni di fedeli … e moltissimi interessi. Con i vari culti che assumono un’identità praticamente “nazionale”, la partita della religione diventa ancora più strategica, sovrapponendosi volentieri con le tattiche della politica internazionale.
Uno strumento, dunque, da analizzare con attenzione, estremamente utile per il soft power dei propri governi, con particolare riguardo alla Terza Roma
UNA CHIESA, TANTE CHIESE
La “corretta opinione”(ὀρθοδοξία) disegna un interessante intrigo, in cui lo storico legame stretto tra Stato-Nazione-Religione gioca un ruolo fondamentale, quasi paragonabile alla mancata separazione teorizzata nella dottrina musulmana(din wa dawlah–Stato e religione).
Di conseguenza, ogni autocefalia rappresenta quasi una nuova autodeterminazione, una dichiarazione d’indipendenza per il popolo coinvolto.
Da ultimo, il caso di Kiev è eloquente: la rottura e l’emancipazione da Mosca passa anche dalle ali dell’aquila bizantina. E così torna in risalto il valore strategico (mai perso) del Cristianesimo orientale, fattore identitario e strumento al servizio della politica domestica e internazionale.
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