La ricchezza del sottosuolo e delle riserve energetiche dello spazio post-sovietico è enorme. Il ruolo giocato dalle risorse è così determinante da definire le stesse strutture economiche di questi Paesi, che spesso peccano di estrema dipendenza dall’andamento dei prezzi e di scarsa diversificazione.
Nel contrasto tra oligarchie e immensi patrimoni da un lato e fragilità economiche ed arretratezze dall’altro, vediamo i molteplici fronti del mercato energetico dal Baltico al Pacifico.
TANTE RISORSE, TANTI MERCATI
Lo spazio post-sovietico rappresenta una vera e propria miniera d’oro per il mercato energetico mondiale. La Russia, per estensione e riserve, si riserva il ruolo principale. Dalle regioni sconfinate della Siberia, gasdotti e oleodotti si ramificano verso l’intero continente euroasiatico, tanto verso Est (Cina-Power of Syberia) quanto verso Ovest (Europa osservata speciale).
L’enorme potenziale economico comporta ingenti flussi di denaro, ma anche criticità strutturali di portata storica, che caratterizzano sistemi irrigiditi e strettamente dipendenti dalle fortune alterne del mercato dei prezzi dell’energia.
La diversificazione dei progetti e dei consumatori potrebbe essere solamente un rimedio parziale, volto a rimandare riforme sempre più necessarie.
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