Quello tra la prima e la terza Roma è stato e resta un rapporto senza dubbio particolare. Uno tra i Paesi europei meno russofobi, l’Italia ha storicamente cercato di bilanciare la propria posizione tra le istanze occidentali e atlantiche di cui si fa rappresentante e il pragmatismo, la necessità (o il dovere) di non escludere la Russia dai tavoli europei. Nonostante le varie condanne, le sanzioni e gli altalenanti irrigidimenti tra Est e Ovest che hanno caratterizzato il ventennio putiniano, Roma ha sempre cercato di lasciare aperto uno spiraglio, evitando la rigida chiusura di altri partner UE e NATO. Altri interessi, altre dinamiche, altre geografie. Il conflitto in Ucraina ha oggi stravolto la dimensione peculiare dei rapporti Russia-Italia, che dovrà faticare nel futuro per ritrovare gli spazi e le linee di dialogo che l’hanno caratterizzata finora.
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