Con 10 unicorni e fresca di nomina di Capitale Verde Europea 2023, Tallinn e la piccola Estonia hanno qualcosa da insegnare a chi è più grande (e vecchio) di loro.
Pochi giorni prima di Natale, Il neo Primo Ministro inglese Rishi Sunak si trovava sul Baltico. L’Estonia (come anche Lettonia e Lituania) fa parte della Joint Expeditionary Force (JEF), un’alleanza militare che coinvolge Gran Bretagna ed altri nove Paesi nordeuropei con l’obiettivo di reagire in maniera rapida in ambito politico e militare in contesti di guerra o crisi umanitarie. Al tavolo con la sua parigrado Kaja Kallas, però, non si è parlato solo di difesa e politica estera: ampio spazio è stato riservato al cosiddetto “Tech-Talk”.
Parlando di tech, l’Estonia vive nel futuro, e da diversi anni. Durante la Tech Week di Londra l’estate scorsa, un imprenditore austriaco ha fondato un’impresa online nel tempo record di 15 minuti e 33 secondi, semplicemente beneficiando della “E-Residence”, l’ultimo incentivo messo in campo dal governo estone per attrarre business (e capitali) dall’estero. In questo modo, si può fondare un’impresa senza nemmeno mettere piede nel Paese, e in pochi minuti. Ed è solo una delle tante iniziative per favorire i business digitali nel Paese.
Grazie a tasse bassissime e all’attenzione verso i servizi digitali, in Estonia si sono moltiplicati i Tech Hubs. Il fiore all’occhiello del Digital Business sono le start-up, numerosissime e costantemente in crescita. Una su tutte, Skype: acquistata da Microsoft nel 2011 per 8,5 miliardi di dollari, è stata il primo di ben dieci “Unicorns” made in Estonia (gli “unicorni” in gergo sono start-up di capitale privato valutate più di un miliardo di dollari). Tra questi, ci sono Bolt (l’azienda rivale di Uber) e Zego (nelle assicurazioni). Il settore delle start-up cresce del 30% anno dopo anno, e al momento conta più di 1400 aziende registrate. A fine 2022, il valore delle prime 25 tech-firms registrate in Estonia era di circa 21 miliardi di euro, quasi il doppio del budget annuale del Paese.
Ovviamente, parte del merito di questo successo è dovuto al regime di tassazione agevolata per le imprese. Per nove anni consecutivi, il Think Tank statunitense Tax Foundation ha indicato quello estone come il modello più competitivo al mondo. In Estonia infatti (ma anche in Lettonia), l’imposta sul reddito delle società si paga solo alla distribuzione dei profitti (per esempio sotto forma di dividendi). Questo vuol dire che se l’impresa risulta in perdita o reinveste i propri profitti, di fatto non è soggetta al pagamento di tali imposte. Dice Carmen Raal, consulente per la transizione digitale presso il governo estone: “Non siamo un paradiso fiscale, ma siamo abbastanza fieri di poter dire che siamo un paradiso amministrativo” (A Tallinn hanno sede anche l’Agenzia UE per i sistemi informatici su larga scala, Eu-Lisa, e il Centro di eccellenza per la difesa informatica della NATO).
Al di là della tassazione agevolata, il primo motivo che porta gli imprenditori stranieri a fondare le proprie imprese in Estonia è la convenienza. Iniziative come l’E-Residence permettono anche di “sfruttare” l’Estonia come porta di ingresso per avere facile accesso al mercato europeo. Ma i benefici sono reciproci: il Governo auspica che parte dei richiedenti diventino residenti a tutti gli effetti (e con più di centomila domande ricevute, se tutti gli imprenditori che hanno beneficiato del sistema estone si stabilissero in Estonia, costituirebbero la popolazione della sua seconda città più abitata). Dal 2023, inoltre, l’Estonia permetterà ai suoi cittadini anche di presentare le domande di matrimonio e di divorziare direttamente online, arrivando ad erogare il 100% dei servizi amministrativi alla cittadinanza direttamente per via telematica (compresa l’emissione dei documenti di identità). Ad oggi, più del 99% delle transazioni di denaro nel Paese sono completamente digitali.
Alla base dell’efficienza digitale estone c’è un assunto estremamente semplice: fare di necessità virtù. In mancanza di risorse naturali significative, al collasso dell’Unione Sovietica nel 1991 il Paese ha deciso di puntare, tra gli altri, su internet come pilastro per la costruzione del nuovo Stato e della tutela della sua democrazia. Con una popolazione di soli 1,3 milioni di abitanti, comparata per esempio alla vicina Danimarca (simile per estensione ma con 6 milioni di abitanti), era anche necessario rendere i servizi meno onerosi per i cittadini, in quanto le spese pro-capite sarebbero state inevitabilmente superiori. Secondo Raal, il fatto di essere un Paese più piccolo rispetto agli altri ha favorito lo sviluppo di un sistema fiscale e di servizi più semplice e trasparente, in cui il governo agisce da alleato, svolgendo le sue funzioni senza interferire o iper-regolamentare.
I risultati eccezionali dell’Estonia non sono mai passati inosservati, soprattutto in Europa. Rishi Sunak e Kaja Kallas hanno firmato un accordo che porterà i rispettivi Paesi a collaborare proprio nell’ambito della digitalizzazione dei servizi per i cittadini. Primo tra tutti, la gestione dei documenti di identità digitali e la tutela dei dati personali degli utenti.
Tallinn Capitale Verde Europea 2023
Nato proprio nella capitale baltica nel 2006, quest’anno il riconoscimento è stato assegnato alla stessa Tallinn, che ha battuto in finale Cagliari. A Tallinn non sono nuovi a parlare di ambiente e sostenibilità, e i meriti sono molteplici. Tra questi c’è la strategia di sviluppo “Tallinn 2035”, che annovera tra i suoi punti chiave la neutralità del carbonio, l’economia circolare, l’energia sostenibile, la mobilità e la salvaguardia degli ecosistemi e della biodiversità (a Tallinn sono presenti diversi tipi di specie rare, ma anche habitat protetti come il Baltic Klint).
Uno degli aspetti più ambiziosi riguarda la mobilità, con l’obiettivo di rendere la città più a misura d’uomo senza sacrificare l’efficienza dei collegamenti. La capitale verde europea 2023 propone la “città di 15 minuti”, un progetto sperimentale, ma realizzabile: lo scopo è rendere accessibili a tutti i cittadini le infrastrutture e i servizi di primaria necessità entro un massimo di 15 minuti di tragitto, da compiersi a piedi, in bicicletta o con il trasporto pubblico.
Tallinn è stata anche la prima città europea a garantire ai propri cittadini l’accesso gratuito ai mezzi pubblici, un esperimento che la capitale porta avanti con successo dal 2013. La misura era stata introdotta a seguito di una consultazione della cittadinanza tramite referendum, in cui il 75% della popolazione aveva votato a favore.