Un faro acceso sullo stato di salute dell’economia russa
Il 6 giugno scorso si è svolto a San Pietroburgo il Forum Economico Internazionale. L’evento, inaugurato nel 1997 e che si è protratto per tre giorni, è ormai diventato il punto di riferimento per presentare a una vetrina internazionale di alto livello le migliori opportunità di investimento in Russia, un’occasione di confronto tra aziende e organizzazioni e di discussione delle principali tematiche economiche mondiali.
Molti gli incontri e gli accordi sottoscritti nel contesto del forum. La manifestazione riveste una particolare importanza in quanto arriva in un momento di stallo per l’economia russa, che sostanzialmente risente del rallentamento della crescita economica mondiale e delle numerose difficoltà poste agli scambi commerciali a livello regionale. L’acuirsi dello scontro commerciale tra Cina e Stati Uniti, la crisi del settore automotive in Germania e altri fattori hanno portato il FMI a ridurre per il 2019 al 3,3% le previsioni di crescita mondiale rispetto al +3,9% di un anno fa. Da non sottovalutare inoltre il leggero rallentamento della crescita cinese, che si prevede registrare un 6,3% per il 2019 – considerando il peso che la domanda cinese riveste per la Russia – anche se la domanda di combustibili fossili rimane inalterata.
In questo contesto complicato, quali erano gli obiettivi della Russia al forum di San Pietroburgo? In poche parole: attirare investimenti.
La performance economica russa ha fatto registrare magri risultati nell’ultimo anno. Infatti, l’elezione del presidente Putin è arrivata in un momento di stagnazione economica. I cosiddetti decreti di maggio (approvati nella prima metà del 2019) puntano in totale a investire 388 miliardi di dollari da qui al 2024, attraverso un piano di importanti riforme che andranno a toccare la sfera sociale del welfare. Oltre a questi, sono previsti una serie di investimenti mirati a creare condizioni più favorevoli all’interno del sistema-Paese russo, per attirare investimenti privati internazionali, in particolare nel settore tecnologico, che potranno poi fare da traino all’economia nazionale.
Ecco dunque l’importanza intrinseca dal punto di vista interno di un Forum dal respiro internazionale come quello di San Pietroburgo. Convincere gli investitori internazionali della solidità e della profittabilità dell’economia russa, in prospettiva di un sostegno indiretto alla presidenza di Putin da qui al 2024. Charles Robertson, capo economista di Renaissance Capital, ha sottolineato che la Russia punta a raccogliere 115 miliardi di investimenti internazionali. Per fare ciò, la dimensione interna si lega a doppio filo con la proiezione estera di Mosca in quanto un obiettivo, non tanto secondario del Forum, era di dimostrare che ora la Russia è in una posizione favorevole per guidare e coordinare investimenti nell’area asiatica e del Medio Oriente.
Questa prospettiva completa un altro messaggio che le istituzioni russe hanno voluto lanciare dal palco di San Pietroburgo: mentre le relazioni con l’Europa si mantengono stabili e in via di recupero rispetto a qualche anno fa, le sanzioni e i rapporti con gli Stati Uniti, dal punto di vista economico, contano meno per l’economia russa, che si apre invece all’Asia e agli investimenti internazionali.
Per capire meglio questo aspetto basta guardare agli accordi stretti con la Cina e gli altri Paesi nel corso del Forum.
Come è stato già analizzato in un precedente articolo, la visita di Xi Jinping è stato il momento principale del Forum. Il Presidente cinese ha portato con sé una delegazione di oltre mille componenti, che hanno preso parte a tutte le principali sessioni. Putin e Xi Jinping hanno rilanciato la solidità dei rapporti tra i due Paesi, un messaggio tutto rivolto agli Stati Uniti.
Proprio l’ambasciatore in Russia degli Stati Uniti Jon M. Huntsman non si è presentato al Forum in segno di protesta rispetto alla detenzione di Michal Calvey, un banchiere americano arrestato e rilasciato dopo due mesi di prigione nell’ambito di un procedimento giudiziario relativo a un affare commerciale con un bancario russo. Il caso si era presentato come un’ulteriore conferma della poca trasparenza e della parzialità di alcuni passaggi del sistema economico russo. Dal palco del Forum, il Ministro delle Finanze Anton Siluanov ha voluto rassicurare sull’assoluta trasparenza del sistema russo, sempre per tornare al messaggio della necessità degli investimenti internazionali, e ha rivolto un invito agli occidentali di rivolgere gli sguardi ai propri sistemi interni.
Un accordo forse poco importante dal punto di vista del contenuto, ma decisivamente più indicativo sotto il profilo politico, è quello sottoscritto tra Russia e Germania in ambito della cooperazione commerciale. Il testo dell’accordo dovrebbe puntare a facilitare l’attività delle imprese che operano tra i due Paesi. L’importanza dell’atto risiede nel fatto che è il primo del suo tipo firmato tra Mosca e Berlino a seguito della crisi in Crimea nel 2014.
Da parte francese, il Presidente della Camera di commercio francese in Russia ha confermato che le relazioni economiche tra i due Paesi continuano, nonostante le sanzioni europee. A questo riguardo, bisognerà aspettare la formazione della nuova commissione UE.
Infine, un appunto sull’Italia. Presente per le istituzioni italiane il Sottosegretario agli Esteri Manlio di Stefano. Importante anche la delegazione tutta ligure che si è presentata in Russia assieme all’ad di Ansaldo Energia per la firma di un accordo per la fornitura e la manutenzione del parco turbine a gas e vapore valido per l’area russa, CSI e altri Paesi concordati dalle parti.
Tra gli appuntamenti più importanti della politica russa, nella città in cui è cresciuto Putin, il Forum di San Pietroburgo si conferma dunque come una lente per analizzare lo stato dell’economia russa e la situazione di Mosca in ambito economico rispetto ai maggiori attori globali.