C’è spazio per tutti nel Caucaso meridionale? Questa è, forse, il principale nodo da sciogliere nella piccola, ma cruciale regione sulla strada tra Oriente e Occidente, o tra Nord e Sud, a seconda delle prospettive.
Ormai da tempo, infatti, questo spazio di near abroad post-sovietico non è più sfera d’influenza esclusiva di Mosca, che continua a salvaguardare i propri interessi e le proprie leve sui tre attori caucasici. Tuttavia, conflitti, ambiguità, e prospettive diverse hanno logorato i legami storici e politici tra il Cremlino, Tbilisi, Baku e Erevan.
Ecco quindi che, negli ultimi venti anni, entrano in scena nuovi o navigati attori regionali e internazionali, in una rediviva competizione volta a confermare, od ampliare, il proprio peso in un’area così importante. Alla Russia si sono aggiunte Turchia, Cina, Iran, Israele e l’ Occidente nelle sue varie declinazioni. Saranno possibili nuovi, intricati equilibri, o qualcuno dovrà restarne fuori?
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