IL 23 gennaio 2020 Vladimir Putin si è recato a Gerusalemme, dove ha presenziato due importanti eventi legati al ricordo delle vittime dell’Olocausto e alla tragedia della Seconda Guerra Mondiale.
Nel corso del Forum mondiale sull’Olocausto “Conserviamo la memoria dell’Olocausto, combattiamo l’antisemitismo”, dal palco dello Yad Vashem (Ente nazionale per la Memoria della Shoah) il presidente russo ha definito l’Olocausto “uno dei capitoli più terribili della storia umana“, ricordando la responsabilità condivisa verso gli errori del passato e le necessità del mantenimento del ricordo nel futuro.
Per il leader russo inoltre è stata l’occasione per lanciare numerose accuse, più o meno velate, agli omologhi che hanno rifiutato la partecipazione all’evento, in primis quelli dell’Europa Orientale e dei Paesi post-sovietici. Tra questi il presidente della Polonia Andrzej Duda, che ha boicottato Gerusalemme dopo che gli era stato negato il diritto di tenere un discorso pubblico. Le principali critiche di Putin sono rivolte contro ciò che Varsavia crede essere una mistificazione della storia da parte dei russi, ricordando il collaborazionismo con i nazisti di diversi cittadini dei Paesi occupati.
I crimini commessi dai nazisti, la loro deliberata, pianificata, cosiddetta “soluzione finale della questione ebraica” – questa, cari colleghi, è una delle pagine più oscure e vergognose della storia mondiale moderna.
Ma non dimenticheremo che questo crimine aveva anche dei collusi, dei complici. Nella crudeltà, spesso eccellevano rispetto ai loro padroni. Le fabbriche della morte, i campi di concentramento erano serviti non solo dai nazisti, ma anche dai loro complici in molti paesi europei.
[…]Non lo dimenticheremo mai. Il ricordo dell’Olocausto sarà una lezione e un avvertimento solo se completo, senza esenzioni e omissioni. Sfortunatamente, oggi il ricordo della guerra e delle sue lezioni, la sua eredità, stanno diventando sempre più l’oggetto della congiuntura politica attuale. Questo è assolutamente inaccettabile. E il dovere di politici, statisti e personaggi pubblici di oggi e futuri è quello di proteggere il buon nome degli eroi viventi e caduti, dei civili, delle vittime dei nazisti e dei loro complici.
Vladimir Putin
Nella stessa occasione, Putin, ha inoltre affermato che il 40% delle vittime ebraiche dell’Olocausto erano cittadini sovietici, cifre tuttavia contestate dalla maggioranza degli storici che hanno scritto che dei sei milioni di ebrei uccisi dai nazisti, circa un milione erano sovietici. Probabilmente il numero evocato da Putin include un ulteriore milione e mezzo di vittime ebree provenienti dalle aree dell’Europa orientale liberate poi dall’Armata Rossa.
Piangiamo tutte le vittime del nazismo, compresi sei milioni di ebrei che sono stati torturati nei ghetti e nei campi di concentramento, che sono stati brutalmente assassinati durante operazioni punitive. Di questi, il 40 percento erano cittadini dell’ex Unione Sovietica, quindi l’Olocausto è stato e rimarrà una ferita profonda per noi, una tragedia che ricorderemo per sempre.
Vladimir Putin
In seguito, Putin e le massime cariche israeliane hanno inaugurato un monumento “Candela della memoria”, in ricordo del terribile assedio di Leningrado, durato circa 900 giorni, durante i quali la città, ridotta allo stremo delle forze, ha resistito all’attacco nazista pagando un costo umano e materiale immane. Cerimonia molto toccante per il presidente, che nell’occasione ha ricordato gli eventi della sua città natale e le esperienze vissute dai suoi genitori. Allo stesso tempo, non sono mancate altre frecciate verso i colleghi assenti sopra citati.
Vorrei notare con gratitudine e riconoscimento come Israele attribuisca particolare importanza alla conservazione della verità sul contributo decisivo dell’Unione Sovietica alla vittoria sul nazismo.
Qui, come in Russia, sono preoccupati, allarmati e indignati per i tentativi di negare l’Olocausto, rivedere i risultati della Seconda Guerra Mondiale e incensare assassini e criminali.[…]
Qui, come in Russia, comprendono il significato delle lezioni della Seconda Guerra Mondiale e non consentono al mondo di dimenticare a cosa portano l’egoismo nazionale, la disunione, la connivenza con qualsiasi forma di sciovinismo, antisemitismo e russofobia.
Il nostro comune dovere è trasmettere questa conoscenza alle generazioni future, ai pronipoti dei vincitori, instillando in loro un ricordo riconoscente per coloro che ci hanno dato la libertà e a costo della loro vita hanno dimostrato l’eterno valore della pace e della giustizia.
Vladimir Putin
La commemorazione dell’Olocausto diventa quindi l’occasione per criticare apertamente una tendenza in forte crescita in tutta l’Europa Orientale, attraversata da un dilagante negazionismo e revisionismo storico, spesso proprio in funzione antirussa. Spesso vengono riscritte intere pagine di storia, totalmente rilette sotto una luce diversa e così capita che il nazionalismo e le celebrazioni storiche vadano a braccetto con rievocazioni positive dell’occupazione nazista o con l’abbattimento di monumenti e memoriali, come già accaduto recentemente anche in Lettonia e in Ucraina, sfiorando talvolta la glorificazione delle SS Waffen che si opposero ai sovietici.
A questo proposito, rimandiamo all’analisi della nostra Claudia Ditel, “Quando l’esaltazione patriottica rischia di cancellare una pagina di storia“, che si è occupata di questo complesso fenomeno.
Marco Limburgo, Mattia Baldoni