Il coronavirus sta mettendo alla prova il sistema politico russo, sia a livello locale che in senso più ampiamente federale. Inoltre è l’occasione per testare la credibilità della Russia nel mondo, compensando i danni d’immagine per la mancata celebrazione della Giornata della Vittoria.
L’approccio della Federazione Russa alla pandemia ha tenuto conto di tre principali fattori di rischio per l’interesse nazionale, gli stessi che hanno condizionato la storia del Paese fino ad oggi: la paura di una minaccia esterna, il malcontento della popolazione, il problema dell’adeguatezza delle strutture economiche e politiche di fronte a una simile crisi. Questa “Super Troika”[1] si è presentata in maniera piuttosto improvvisa con la comparsa di un virus invisibile, il Covid-19, generando non pochi problemi. In ambito politico e amministrativo si devono identificare almeno tre livelli di incisività della pandemia: uno interno, politico nazionale; uno federale, delle amministrazioni regionali; uno internazionale.
Sul piano interno, come si poteva prospettare, la Russia si è conformata a quanto indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, imponendo restrizioni nella curiosa forma di allungamento di un periodo di “vacanza” come indicato dallo stesso presidente russo in uno dei suoi discorsi, nonché alcune limitazioni alla libertà di movimento.
L’agenda politica è stata riformulata in funzione dell’emergenza, con un rinvio del referendum costituzionale inizialmente previsto per il 22 aprile. Se approvata, la riforma fra le altre cose avrebbe esteso i mandati del presidente (permettendo di azzerarne il computo). Eppure, nonostante le tante modifiche comprendenti pure qualche miglioria del testo, non pareva neppure essere particolarmente apprezzata dalla popolazione. Tuttavia, forse, l’establishment riuscirà a trarre un vantaggio da questa pausa generale dei lavori, la quale potrebbe permettere a “Russia Unita” di poter riorganizzare la propria strategia sulle riforme.
Le critiche alla gestione dell’emergenza non sono mancate. Quelle interne riguardano il fatto che non sia stato dichiarato un vero e proprio stato di emergenza come fatto in altri Paesi, almeno in una prima fase, quando infatti si è parlato di “ferie” piuttosto che di quarantena. Fonti sul territorio riferiscono come questo sia stato avvertito da una parte della popolazione come la volontà, da parte delle autorità, di scaricare eventuali responsabilità offrendo una scappatoia dall’assistenzialismo – altresì dovuto in uno stato di emergenza. Le misure interne hanno comunque previsto alcuni aiuti come quello proposto alle famiglie con neonati e figli piccoli, lo stop del pagamento di alcuni mutui ed aiuti, seppur blandi, a specifici istituti nel settore creditizio.[2]
Ulteriori critiche sono pervenute in merito alla trasparenza, specialmente riguardo ai numeri reali dei contagiati e delle vittime. Dopo parecchie settimane di relativa stasi su cifre molto contenute, la curva ha iniziato a schizzare verso l’alto nel mese di aprile, avvicinandosi negli ultimi giorni alla cifra di 200mila infetti.[3] A tal proposito alcuni media indipendenti affermano che si è tentato a lungo di nascondere l’emergenza per quello che era. Ciò probabilmente è legato ad una strategia che puntava ad osservare prima gli sviluppi della situazione in altri Paesi, evitando volontariamente di creare una situazione di panico generalizzato.
Affidare la gestione dell’emergenza a governatori dei singoli distretti regionali si è rivelata una mossa intelligente
Cupcake Ipsum, 2015
Dal punto di vista dell’amministrazione federale, si è deciso di agire strategicamente senza caricare Mosca della responsabilità di dover affrontare la gestione dell’epidemia in maniera centralizzata. A tal proposito è bene ricordare come circa il 60% dei casi accertati di Coronavirus si sia concentrato nella capitale, mentre nel resto del paese si sono manifestati focolai circoscritti. Affidare la gestione dell’emergenza a governatori dei singoli distretti regionali, quindi dare alle regioni la capacità di affrontare autonomamente le questioni legate all’epidemia, si è rivelata una mossa intelligente che nel dopo crisi potrebbe contribuire anche a rafforzare la sincronia con il centro della Federazione.
Infine, sul piano internazionale, le azioni portate avanti dalla Russia sembrano confermare la volontà di rafforzare l’immagine di un Paese altamente qualificato nel contrasto alla minaccia del virus. Forte di un comparto medico avanzato, la Russia può permettersi di aiutare non soltanto l’Italia, per diverse settimane il Paese più in difficoltà al mondo, ma addirittura gli Stati Uniti d’America.
Non è neppure sbagliato affermare che la Russia si sia dimostrata oggettivamente preparata in determinati contesti, anticipando alcune modalità di controllo e arginamento della malattia. In molti aeroporti, già ben prima dell’esacerbarsi della pandemia, venivano eseguiti tamponi sui passeggeri in arrivo da zone in cui erano presenti grandi focolai.
Più in generale comunque, il Cremlino è ben cosciente di come gli sforzi nel contrasto all’epidemia contribuiscano a creare nell’ideale collettivo un senso di sicurezza, della forte presenza di uno Stato che vuole generare fiducia. Elementi che contribuiranno forse a bilanciare il mancato festeggiamento della Giornata della Vittoria (9 maggio), la cui nota parata è stata ufficialmente rimandata. Soffermarsi sui simboli, piuttosto che sugli ideali, sembra essere un leitmotiv della politica Russa, specialmente poiché si parla di uno degli eventi fra i più sentiti dalla popolazione.
Rispetto a quanto detto fino ad ora, delineare come la Russia potrà rispondere alla crisi epidemica non è affatto semplice. La resilienza di un Paese non sta solo nei bilanci e nell’economia, né solo nella politica, quanto soprattutto nella sostanza di cui è fatta la collettività e molte altre variabili sociali. Ci saranno delle perdite di capitale? Il PIL scenderà e si amplieranno i numeri dei disoccupati come pure il distanziamento sociale (tema già sentito dalla popolazione)? Per quanto non sia obiettivo di queste poche righe trovare delle risposte, è chiaro che una contrazione delle dinamiche economiche è già in atto a livello mondiale. Ma non dovrebbe essere un problema per la Federazione Russa risollevarsi nel medio e lungo periodo.
Sul fronte politico il Cremlino potrebbe non aver ampio spazio di manovra per arginare una eventuale crisi, in seguito alle turbolenze di questo periodo. Se infatti da un lato l’establishment è forte di un consenso molto alto, allo stesso tempo il governo tecnico in carica sembra aver messo temporaneamente in pausa l’utilità stessa della politica, mentre lo stato delle opposizioni rende impossibile qualsiasi sconvolgimento del sistema.
In termini più ampi, la Russia sembra aver adottato una strategia di isolamento dal resto del mondo, forse per potersi meglio concentrare sulla situazione interna, mentre esternamente il peso delle sanzioni potrebbe contribuire ad una ripresa più lenta dell’economia, rispetto ai mercati più integrati. Di certo il virus è stato un vero e proprio “cigno nero”, non solo per la sua imprevedibilità ma anche perché rappresenta uno sconvolgimento dei vettori abituali che condizionano le scelte politiche interne, che a loro volta vengono necessariamente piegate all’esigenza del momento. Il realismo politico, che piaccia o meno, fa da padrone.
Infine è bene ricordare che qualsiasi crisi ferisce più tardi di quando colpisce, e questa imprevedibilità, uno degli incubi del Cremlino, potrebbe incidere in maniera inaspettata nel medio periodo sui piani di Mosca.
Francesco Cappelletti
[1] Ivan Timofeev, “The Troika Rearsits Head Once Again”, RIAC, Moscow, 23/03/2020https://russiancouncil.ru/en/analytics-and-comments/analytics/the-troika-rears-its-head-once-again/
[2] Il Moscow Times offre un’analisi cronologica degli sviluppi legati all’emergenza della pandemia: https://www.themoscowtimes.com/2020/05/08/coronavirus-in-russia-the-latest-news-may-8-a69117
[3] I numeri dei deceduti nel paese rimangono al di sotto delle 2000unità (al giorno 8 Maggio 2020) https://www.worldometers.info/coronavirus/