Seguendo le orme delle controparti cinesi ed europee, la Banca Centrale russa sta valutando la possibilità di introdurre una nuova forma di pagamento: il rublo digitale. Non vi è ancora una proposta definitiva ed è emerso un forte disaccordo riguardo la sua futura implementazione, eppure un fatto è certo: Mosca continua il suo percorso di allontanamento dagli Stati Uniti.
A fine novembre la Banca Centrale russa ha avviato una serie di incontri con i rappresentanti delle maggiori banche del Paese con lo scopo di discutere le prospettive dell’introduzione del rublo digitale e le diverse modalità di collaborazione tra gli enti finanziari. La Banca ha infatti espresso la necessità di conoscere l’opinione del mercato, ponendo ai partecipanti una serie di quesiti rispetto ai possibili passi futuri verso l’implementazione di questo nuovo progetto.
Nella sua relazione “Il Rublo digitale”, la Banca di Russia sostiene che questa nuova forma della valuta nazionale, rilasciata dall’istituzione stessa, non andrà a sostituirsi ai metodi di pagamento tradizionali, contanti e pagamenti online, ma diventerà una forma addizionale della moneta facilmente convertibile nelle altre due. Il rublo digitale diventerebbe dunque una terza alternativa che unirebbe le migliori caratteristiche delle altre. Essa, infatti, permetterebbe di pagare a distanza e senza una connessione di rete, facilitando gli scambi anche nelle aree più remote e senza copertura del Paese.
La Banca Centrale dovrà dunque progettare un’infrastruttura di pagamento aggiuntiva che, secondo l’istituzione stessa, potrebbe essere un’occasione per stimolare l’innovazione finanziaria e tecnologica nel Paese. Tuttavia, una grande questione introdotta nel rapporto è la necessità di varare nuove misure per prevenire possibili hackeraggi e un aumento della volatilità del rublo, soprattutto nelle prime fasi di lancio. La valuta russa è stata storicamente soggetta a grandi scossoni legati alla fluttuazione del prezzo del barile e crisi internazionali che hanno destabilizzato l’economia russa. La forte redistribuzione della moneta e l’incertezza iniziale potrebbero sfidare la già precaria stabilità finanziaria del Paese.
Un’ulteriore grande questione rispetto alla quale la Banca centrale è aperta al dialogo è il grado di inclusione delle banche e degli altri enti finanziari nella creazione di portafogli e partecipazione nelle transazioni da parte di imprese e cittadini. Essa propone quattro modelli che vedrebbero diversi gradi di collaborazione e apertura nei confronti del pubblico e delle istituzioni intermediarie.[1]
Le opinioni emerse in seguito al primo incontro sono contrastanti: molti banchieri hanno espresso i loro dubbi riguardo alla possibile implementazione del progetto, come la fattibilità della creazione di nuove infrastrutture e la garanzia di sicurezza dei dati. Ad ogni modo, essi hanno chiesto “dettagli più precisi” riguardo alla proposta, convinti che la loro partecipazione sia essenziale.[2]
L’interesse dei banchieri per questo progetto è stato suscitato in particolar modo dalle possibili conseguenze positive individuate dalla Banca Centrale. Tra gli eventuali vantaggi, due sono di particolare rilievo: l’espansione dei pagamenti transfrontalieri e la riduzione della dipendenza dal dollaro che, di conseguenza, permetterebbero la riduzione da parte del Paese dall’esposizione alle sanzioni da parte di Paesi terzi. Non è un caso che molti dei partecipanti rappresentano banche sanzionate durante la crisi ucraina,tra cui Sberbank, VTB e Gazprombank.
In seguito agli eventi del 2014, è stato infatti ristretto l’accesso ai mercati dei capitali primari e secondari occidentali e di numerosi altri Paesi alle istituzioni finanziarie russe. Sono stati infatti limitati i finanziamenti esteri verso le maggiori banche statali e compagnie petrolifere e del gas.[3] La mancanza di afflusso di capitali, accompagnata dal calo del prezzo del petrolio e dalla crisi internazionale in corso, ha messo in ginocchio l’economia russa, portando a una forte inflazione del rublo e a una riduzione del PIL. Le più recenti sanzioni imposte in seguito all’avvelenamento dell’oppositore Naval’nyj, unite alle difficoltà derivanti dalla pandemia, hanno stretto ulteriormente la loro morsa sull’economia del Paese.
un’infrastruttura di pagamento aggiuntiva che, secondo la Banca Centrale, potrebbe essere un’occasione per stimolare l’innovazione finanziaria e tecnologica nel Paese.
Cupcake Ipsum, 2015
La Banca Centrale non ha fornito una descrizione precisa delle modalità attraverso cui il rublo digitale favorirà l’emancipazione di Mosca dal dollaro come valuta principale di scambio e il conseguente aggiramento delle sanzioni. Eppure, questo nuovo progetto potrebbe inserirsi nella più ampia strategia di Mosca del Pivot to Asia, che vede un graduale allontanamento del Cremlino dall’Occidente e una maggiore collaborazione con l’Asia.
In seguito all’inasprimento delle relazioni con l’Occidente, la Russia, negli ultimi anni, ha infatti spinto per il rafforzamento delle relazioni con nuovi Paesi emergenti come i BRICS. In questo ambito sono effettivamente stati fatti passi concreti verso la “dedollarizzazione”. La Nuova Banca di Sviluppo, co-posseduta dai cinque Stati membri, ha infatti annunciato il desiderio di voler limitare gli scambi in dollari e concentrarsi su quelli in valute nazionali. Ad oggi, sono già stati stanziati prestiti per 9 miliardi e, secondo il programma, questi fondi verranno presto triplicati.[4] In seguito a questo genere di misure, Mosca è riuscita a dimezzare l’uso del dollaro come moneta di scambio. L’implementazione del rublo digitale, che faciliterebbe lo scambio della moneta locale all’estero, potrebbe dunque dare un’ulteriore spinta al suo uso nelle transazioni internazionali.
Una maggiore presenza del rublo oltre confine potrebbe rafforzare il ruolo di Mosca non solo in ambito economico, ma anche geopolitico, in particolar modo in Asia Centrale. Secondo l’Aspen Institute, “una moneta digitale ben congegnata che dia accesso a mercati generalizzati può facilmente diventare uno strumento di pagamento diffuso anche in Paesi diversi da quello di emissione. Ciò significa che una moneta digitale di uno Stato può diffondersi anche in altri se è in grado di facilitare la vita dei cittadini.”[5] Le rimesse degli immigrati provenienti dall’Asia Centrale compongono circa il 30% del PIL del vicinato russo,[6] area storicamente sotto l’influenza del Cremlino e in cui Mosca che sta perdendo terreno soprattutto con l’avvento della Nuova via della Seta cinese. La possibilità di rafforzare la presenza del rublo in quest’area potrebbe diventare uno strumento importante per mantenere la propria presenza nella regione.
Per quanto le premesse della Banca Centrale sembrino promettenti, rimangono ancora numerosi dubbi. Uno fra questi, secondo Anton Fishman, il direttore tecnico di RuSIEM, consiste nel fatto che il firmware dei sistemi operativi Android e iOS avrebbe la capacità di gestire in remoto alcune funzionalità, incluse le applicazioni disponibili. Ciò potrebbe causare il blocco dei portafogli elettronici nel momento in cui venissero introdotte nuove sanzioni, portando al crollo di questa nuova struttura.[7]
Gli incontri tra la Banca Centrale e i rappresentanti dei vari istituti finanziari continueranno fino a gennaio. Resta dunque da vedere come le banche reagiranno allo sviluppo del progetto e se decideranno di collaborare per introdurre efficacemente il rublo digitale nel mercato. La strada non è dunque priva di rischi, eppure in un Paese in cui i pagamenti contactless sono già popolari, quest’innovazione potrebbe essere accolta favorevolmente dal mercato e avere importanti ripercussioni economiche e politiche per la Federazione.
[1]Bank of Russia, A digital Ruble. Consultation Paper, Moscow, 2020.
[2]Maksim Bujlov e Polina Smorodskaja, Bankiryprobujutofitsirovat’ rubl’, Kommersant, 27 novembre 2020, (https://www.kommersant.ru/doc/4586438).
[3]EvseyGurvich e Ilya Prilepskiy, The impact of financial sanctions on the Russian economy, Russian Journal of Economics 1, p. 359-386, 2015.
[4]BRICS Bank To Move Away From US Dollar Loans, Silk Road Briefing, 6 agosto 2019,(https://www.silkroadbriefing.com/news/2019/08/06/brics-bank-move-away-us-dollar-loans/#:~:text=So%20far%20it%20has%20mainly,president%2C%20said%20in%20an%20interview.).
[5]Maurizio Sgroi, La moneta digitale e la competizione per l’egemonia sul sistema monetario, Aspenia Online, 19 novembre 2020, (https://aspeniaonline.it/la-moneta-digitale-e-la-competizione-per-legemonia-sul-sistema-monetario/).
[6]Chi Hyun Yun, The Russian Economic Crisis and Falling Remittances in Central Asia, KIEP Research Paper World Economy Brief No. 16-28, Korea Institute for International Economic Policy, 1 dicembre 2016, (https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=2877576).
[7]Maksim Bujlov e Polina Smorodskaja, Bankiryprobujutofitsirovat’ rubl’.