Con le elezioni del Parlamento europeo ormai alle porte è interessante porsi una domanda: come queste potrebbero influenzare le relazioni tra la Federazione russa e la Francia? Il tema è sicuramente spinoso e per trattarlo occorre partire da un breve accenno ai rapporti attuali tra i due Paesi. Parleremo poi dei partiti francesi filorussi, per terminare con una proiezione nel post elezioni: che cosa succederà?
I rapporti tra i due Paesi sono attualmente caratterizzati da una netta differenza tra le azioni governative, da un lato, e le mosse delle aziende francesi, dall’altro. Come spiego approfonditamente nel secondo capitolo dell’ebook firmato Osservatorio Russia – L’influenza russa in Europa, tra realtà e percezione, il presidente francese Emmanuel Macron tiene molto al rispetto delle sanzioni imposte da Bruxelles a Mosca e alle proprie relazioni con la Germania. Berlino, d’altro canto, ha incrinato i propri rapporti con il Cremlino proprio a seguito dell’invasione russa in territorio ucraino del 2014, azione che ha dato il via alla risposta europea. D’altra parte, le aziende francesi sono molto inclini a incentivare il commercio e gli investimenti in territorio russo, in quanto questo rappresenta per loro un’ottima opportunità a livello economico. Due posizioni, queste, che appaiono inconciliabili.
Questa dualità di intenti e di azioni ha fatto sì che diversi partiti politici si dichiarassero più o meno apertamente filorussi. Quali sono? E in che modo sostengono delle relazioni sempre più strette tra Parigi e Mosca? La questione, soprattutto negli ultimi anni, è stata trattata partendo da due presupposti distinti. Il primo è sicuramente l’importanza del denaro: le rappresentanze o le personalità politiche che vengono finanziate sostengono necessariamente la posizione russa, e soprattutto quella del presidente Vladimir Putin e di Russia Unita. Il secondo presupposto riposa invece su un altro dato: quello secondo il quale i legami finanziari che la Russia ha costruito avrebbero come obiettivo quello di sviluppare un’azione di ingerenza negli affari interni della Francia.
L’aspetto su cui però, a mio avviso, bisogna soffermarsi maggiormente è quello secondo il quale il Cremlino, dovendosi confrontare con il sistema politico francese, ovvero di democrazia liberale e parlamentare, nel quale l’alternanza alla guida del Paese è frequente, così come la coabitazione nell’esecutivo della sinistra e della destra, ha dovuto diversificare i suoi legami, allargandoli a tutto lo spettro politico francese, partendo dalla sinistra radicale (la France insoumise), passando per i social-democratici (le Parti Socialiste) e le organizzazioni politiche di destra (les républicains e l’UDI), fino ad arrivare a Front National.
I partiti politici francesi filo russi
Quello che è sorprendente è che si è creato un asse pro Russia che collega i partiti francesi di sinistra a quelli di destra. L’ambizione comune sarebbe infatti quella di avvicinarsi a Mosca e di allontanarsi invece dalle istituzioni politiche e securitarie che sono andate a strutturare le spazio europeo a partire dalla seconda guerra mondiale, ovvero l’Unione europea e la Nato.
Partendo dal Front National, l’uscita dalla Nato e la creazione di una nuova alleanza rafforzata con la Russia rientrano in maniera esplicita nel suo programma. Il Front National risulta inoltre essere l’unico partito francese di cui vi sono prove di sovvenzioni russe. Infatti, nel 2014 il partito ha ricevuto da una banca russa un finanziamento di ben 9 milioni di euro.
Esattamente sul fronte opposto, anche la France insoumise ha una posizione simile. Infatti, la concezione di questo partito sarebbe quella di sciogliere la Nato e di integrarsi in un gruppo politico costituito dai BRICs. Addirittura, secondo Jean-Luc Mélenchon, personalità di spicco del movimento, la Russia è un vero e proprio alleato francese, la sola che può portare alla pace e alla risoluzione dei conflitti soprattutto in Siria.
Anche in seno ai républicains ci sono delle prese di posizione pro Mosca. In particolare, viene presa in considerazione la figura di Putin come di un vero e grande dirigente rispetto alla classe politica attuale e vedendo una certa similitudine tra i valori francesi e quelli russi.
Condivisibili o meno queste posizioni, in che modo le elezioni europee del prossimo 26 maggio potrebbero influenzare i rapporti tra Francia e Russia?
Elezioni europee e relazioni Francia –Russia: cosa succederà?
Innanzitutto, bisogna chiedersi: la Russia cercherà di influenzare le elezioni europee? Preoccupazioni, queste, che sono reali nel territorio francese, dove è ancora fresco il ricordo dell’affare “Macron Leaks” durante le presidenziali del 2017. Un rapporto sulle manipolazioni delle informazioni redatto dagli analisti di Quai d’Orsay e del ministero delle Forze armate pone proprio l’accento sulla disinformazione come arma scelta dal Cremlino per influenzare la politica francese e dell’intera Europa.
Difficile dare una risposta a questa domanda, ma sicuramente è un tassello da tenere in considerazione per ricostruire il mosaico delle relazioni tra Francia e Russia.
L’esito del voto al Parlamento europeo potrebbe incentivare le relazioni tra i due partner. In particolare, come dichiarato da Marine Le Pen lo scorso 5 maggio, se la Francia (e anche l’Italia – ma questa è un’altra storia) volesse creare una cooperazione rafforzata con la Russia, non dovrebbe essere l’Europa a fermarla. Come viene esplicitamente affermato da Le Pen, infatti, a livello diplomatico ogni Stato Membro dovrebbe essere libero di tessere relazioni con attori diversi senza essere intralciato dall’Unione.
Anche una vittoria dell’Europe insoumise (partito di diretta derivazione da France insoumise) porterebbe ad un maggiore avvicinamento di Parigi a Mosca. L’idea del partito di rompere le catene e uscire dai trattati monetari europei lascia intendere che un distaccamento dagli obblighi europei potrebbe comportare un rafforzamento della cooperazione con il Cremlino.
Non resta altro da fare se non attendere l’esito delle elezioni per tirare le dovute conclusioni.
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